Evidentemente, non erano “problemi di poco conto”, come sostenuto dalla dirigente del Liceo classico “Giovanni XXIII”, Antonella Coppola, dopo la divulgazione delle notizie relative alle “carenze” in fatto di sicurezza e igiene riscontrate nella scuola di via Eliodoro Lombardi da vigili del fuoco, Asp e sezione di pg della Guardia di finanza della Procura della repubblica.
Che non erano problemi di poco conto si evince, infatti, dal fatto che la preside Coppola ha chiesto, adesso, all’Asp un ulteriore lasso di tempo (180 giorni) per rimediare alle “carenze” contestate nel corso dei controlli effettuati l’11 novembre scorso. Tra i rilievi mossi dai tecnici di prevenzione dell’Asp (area Tutela della salute e Sicurezza negli ambienti di lavoro), anche la mancata “formazione” dei lavoratori (primo soccorso, etc.), la mancata nomina del loro rappresentante per la sicurezza, l’omesso aggiornamento del “documento di valutazione dei rischi”, intonaci rustici e scrostati, carenti condizioni igieniche e scale non conformi.
A far scattare i controlli era stato un dettagliato esposto arrivato in Procura, contro il cui autore (da taluni sicilianamente bollato come “nfami”) si sono scagliati i “difensori dell’onore” del liceo classico marsalese, senza riflettere neppure un attimo se queste carenze abbiano potuto mettere a repentaglio la sicurezza di studenti e quanti operano tra le mura dell’antico convento di Santo Stefano. Reazioni furiose che il procuratore Alberto Di Pisa, negli ultimi giorni di servizio a Marsala, ha definito “frutto di un malinteso senso di eccellenza” di quanti orbitano (studenti, insegnanti, genitori) in seno e attorno al liceo classico.
A.P.
13/01/2016
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