Crisi agricoltura siciliana, Migliaia di agricoltori e molti sindaci al corteo Coldiretti per protestare contro il Governo Musumeci.

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
15 Novembre 2019 09:12
Crisi agricoltura siciliana, Migliaia di agricoltori e molti sindaci al corteo Coldiretti per protestare contro il Governo Musumeci.

“Bandiera Dimettiti”, “La semplificazione non  abita in Sicilia”, “Più controlli sui prodotti importati”, “La bonifichiamo la proposta di legge sulla Bonifica?” “Le strade interne fanno schifo ma anche le autostrade non scherzano!”, “Cercasi Assessore vero”. Queste alcune delle scritte che si leggevano sui numerosi cartelli esposti nel corso del corteo che nella mattinata di ieri 14 novembre ha visto sfilare per le strade principali di Palermo migliaia di agricoltori siciliani.

Il corteo è stato organizzato da Coldiretti per protestare contro le politiche agricole del governo regionale siciliano, definite “fallimentari” a causa di: ritardi burocratici, mancanza di una strategia di sviluppo, la crisi dei comparti vitali tra cui la zootecnia e cerealicoltura, nonché il costo dell’acqua alle stelle. Erano circa in 20mila, secondo le stime della Coldiretti, gli agricoltori, di diverse generazioni, presenti alla manifestazione che ha visto in prima fila il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, il segretario generale, Vincenzo Gesmundo con le responsabili nazionali di giovani e donne impresa Veronica Barbati e Floriana Fanizza.

Presente anche una numerosa delegazione di sindaci siciliani, indossando la fascia tricolore, che hanno accompagnato i rispettivi gruppi cittadini di agricoltori (vedi foto copertina). Per la provincia di Trapani erano presenti sindaci e/o assessori dei Comuni di Trapani, Marsala, Castelvetrano, Campobello di Mazara, Petrosino e di qualche altro piccolo comune del Belice. “Oggi a Palermo –ha dichiarato il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida – testimoniamo il sostegno ai giovani agricoltori e chiediamo al Governo regionale di cambiare passo” “Oggi, qui -ha evidenziato Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia- ci sono le grandi aziende agricole, le medie, le piccole.

Ci sono i giovani, le donne. Ci sono intere famiglie che sono venute a dire che non è più possibile fare agricoltura in questo modo”. Non è giusto –ha sottolineato- che un giovane che ha tutte le carte in regola per lavorare in agricoltura a distanza di anni non riceva ancora l’aiuto. Che Regione è quella in cui i guasti alle condotte idriche si verificano ogni anno? Rischiare di perdere più di 150 milioni di euro di misure del Psr –ha spiegato ancora Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia- mi sembra un peccato in quest'isola che ha bisogno di tante risorse.

Abbiamo tempo fino al 31 dicembre per poter rendicontare gran parte della spesa e i numeri oggi non sono positivi. Preventiviamo –ha sottolineato- una perdita di una marea di risorse, un fatto grave di per sé e al quale si aggiunge l'aver illuso tanti agricoltori di poter fare degli investimenti, illuso di poter mettere la nostra agricoltura alla velocità di quella del nord Italia. La Sicilia non può permetterselo”. Emblematica, a riguardo, la vicenda dei finanziamenti del PSR. A fronte di 4600 istanze presentate nel 2017, nessun giovane ne ha finora potuto usufruire.  "Sono mancati i tempi, la burocrazia e la politica non hanno fatto il lavoro per cui sono deputati –ha denunciato sempre il presidente di Coldiretti Sicilia - Sulla misura per i giovani avevamo 4600 richieste, ne sono state accolte 1600 e questi stanno ancora aspettando da due anni di ricevere i soldi.

E' normale che in una terra in cui i giovani vanno via, c'è una risorsa come l'agricoltura e noi non riusciamo a sfruttarla, a farli rimanere qui?". Il corteo partito in mattinata da piazza Marina, attraverso le strade del centro, chiuse al traffico, è infine giunto a piazza Indipendenza, dove di fronte a Palazzo d’Orleans, sede del Governo regionale, è stato allestito un palco dal quale hanno parlato diversi rappresentati di Coldiretti e del comparto agricolo siciliano. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, come preannunciato in una nota, ha poi ricevuto una delegazione degli agricoltori “per rispondere –aveva scritto- punto dopo punto, alle osservazioni dell’organizzazione.

Serve una vera collaborazione, se vogliamo uscire da una crisi che tiene l’agricoltura siciliana (come quella nazionale) alle prese con mille problemi”. Musumeci ha ricevuto a Palazzo d’Orleans una delegazione della Coldiretti, guidata dai presidenti nazionale e regionale, insieme all’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera, e al dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, Dario Cartabellotta.  Musumeci ha illustrato le attività svolte dal governo in questi due primi anni di mandato: “Ci vorranno almeno tre lustri – ha detto loro – per rendere la nostra agricoltura competitiva al pari delle altre Regioni Italiane.

L’importante era avviare un nuovo corso e lo abbiamo già fatto. Auspico un clima di serenità nel confronto con la Coldiretti, così come c’è con tutte le altre organizzazioni di categoria”. Al termine dell’incontro il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, ha dichiarato: “Durante l’incontro con Nello Musumeci è emerso che devono passare anni per ottenere un cambiamento che riguardi la soluzione ai problemi della zootecnia, viabilità, al sistema irriguo. E questo credo non si possa assolutamente accettare perché significa confinare la Regione all’ultimo posto.

Il punto è –ha  aggiunto Prandini – che se non si spendono i fondi europei in tempo, la Sicilia rischia di non averli più. Un paradosso perché questa isola ha bisogno di investimenti, di strade, di possibilità al pari del resto d’Italia. La Sicilia ha il diritto a non essere una regione di serie B. Se aspettiamo 15 anni non ci saranno più le imprese agricole”. “Non facciamo strumentalizzazioni di alcun tipo – ha concluso Ferreri– Vogliamo un confronto chiaro, aperto sui punti che abbiamo individuato come strategici primi tra tutti il finanziamento ai giovani.

In queste ore leggiamo di finanziamenti nei vari comparti che solo grazie alla nostra manifestazione sono stati sbloccati ma un conto è dire e un altro è fare in tempi europei. Vogliamo risposte chiare e concrete nei prossimi giorni. Se così non fosse organizzeremo altre manifestazioni”. Francesco Mezzapelle  

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