Cultura, “Ogni ricordo un fiore”, l’esordio letterario dell’attore Luigi Lo Cascio

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
12 Novembre 2018 18:03
Cultura, “Ogni ricordo un fiore”, l’esordio letterario dell’attore Luigi Lo Cascio

Straordinario esordio narrativo di Luigi Lo Cascio, pluripremiato attore palermitano, David di Donatello nel ruolo di Peppino Impastato nel film “I cento passi”, Coppa Volpi alla 58°Mostra del Cinema di Venezia con “Luce dei miei occhi”, indimenticabile interprete in “La meglio Gioventù” e “Buongiorno Notte” e regista esordiente con “La città ideale” alla 69° Mostra del Cinema di Venezia “Ogni ricordo un fiore" è un'opera poetica e raffinata, che impone una lettura attenta, con uno stile elegante prende forma una trama originale, non scontata, raccontata con un vigore intellettuale che sa distinguersi nel panorama della narrativa contemporanea.

Lo Cascio scrittore è una bella rivelazione, riesce sempre ad emozionare sul palcoscenico come sulla carta stampata, secondo la critica ricalca modelli illustri, da Manganelli a Gadda, da Bufalino a Consolo, autori classici del nostro Novecento, e questa opera è la conferma che, proprio nel suo romanzo d’esordio, non ha avuto paura di osare imponendo una ricercatezza stilistica particolare. I temi del libro sono quelli universali: i rapporti interpersonali, il viaggio come metafora della vita e altri, dove alcune riflessioni sono di carattere generale e allo stesso tempo intimo, che non possono lasciare il lettore indifferente.

L’autore-attore ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio in un modo inaspettato, attraverso 230 racconti interrotti, a legarli tra loro è un viaggio in treno, in Intercity. Un viaggiare lento, che da Palermo conduce a Roma, un viaggiare d'altri tempi, interrotto dalle frequenti fermate alle stazioni, dai passeggeri che salgono e scendono, nella traversata dello Stretto. È per questa lentezza che Paride Bruno il protagonista della nostra storia, ha scelto di tornare con il treno che prendeva vent'anni prima, da ragazzo, per godersi la vita che turbina intorno a quei viaggi lunghi, per prendersi il tempo di rileggere la pesante cartellina che porta con sé.

Contiene i suoi molti tentativi di romanzo, tutti interrotti al primo punto fermo, perché Paride ha cercato di cimentarsi in ogni genere e stile, senza però mai riuscire a sceglierne uno, a portare a termine l'opera e potersi così dire scrittore. Ma proprio questi tanti cominciamenti finiscono per disegnare con precisione la figura del protagonista: in ognuno degli incipit è contenuta una scheggia della sua vita, delle sue ossessioni, delle sue paure e dei suoi desideri. Ogni ricordo un fiore.

Tappa dopo tappa, fra una chiacchierata e un sogno, incipit dopo incipit, Paride sembra riconciliarsi con la sua incompiutezza, con quello "svolazzo di pagine sparse" che è, in fondo, la vita stessa. Un libro consigliato a chi ha bisogno di perdersi nei propri sentimenti, di ritrovarsi e riscoprirsi. Un’opera diversa dal solito che parte solo dagli inizi ricordandoci che le vite sono fatte di cose che si aprono e non si chiudono. “La vita è fatta di frantumi, detriti comunque vivi…” La Redazione

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