Dirigente Anagrafe Castelvetrano processato per falso e truffa al Comune, parenti muti in aula

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
28 Aprile 2016 11:40
Dirigente Anagrafe Castelvetrano processato per falso e truffa al Comune, parenti muti in aula

Colpo di scena nel processo al 60enne Giuseppe Barresi, ex dirigente dell’Anagrafe al Comune di Castelvetrano, processato davanti al giudice monocratico di Marsala Vito Marcello Saladino per truffa in danno del Comune e falso ideologico.

Secondo l’accusa, il funzionario (che dopo l’avvio dell’indagine è stato nominato dal sindaco Errante comandante dei vigili urbani), con la scusa di assistere la madre (la 90enne L.B.), aveva chiesto e ottenuto un congedo retribuito di due anni, attestando, per l’accusa falsamente, la coabitazione con l’anziana, in situazione di handicap grave e bisognosa di cure.

Ciò allo scopo di non recarsi in ufficio, incassando ugualmente lo stipendio. Secondo l’accusa, però, Barresi avrebbe continuato a vivere con moglie e figli nella sua abitazione, in via Ammiraglio Rizzo, e non in quella della madre, in via XXIV Maggio, dove invece vive la sorella.

E in fase d’indagine, a confermare che non si era trasferito nell’abitazione della madre erano stati anche la sorella e il cognato dell’imputato, Angela Barresi e Costantino “Franco” Trapani, che adesso, però, in Tribunale, hanno deciso di avvalersi della “facoltà di non rispondere”.

Come pure il loro figlio Antonino Trapani. Le loro precedenti dichiarazioni, quindi, a quanto pare, non potranno essere utilizzate dal giudice ai fini della sentenza. A rispondere, invece, alle domande del pubblico ministero Silvia Facciotti e dell’avvocato difensore Celestino Cardinale è stato il dipendente comunale Lio Nastasi, che con il collega Marco Caruso denunciò Barresi alla pg della Guardia di finanza della Procura. “Franco Trapani – ha dichiarato ieri Nastasi – mi diceva che a viveva con la suocera e ad assisterla era sua moglie.

Barresi l’ho incontravo in piazza a passeggiare”. Nel corso dell’udienza, intanto, sono emersi rapporti a dir poco conflittuali tra Nastasi e Caruso, da un lato, e Barresi, che era stato loro dirigente, dall’altro. Con varie denunce da una parte e dall’altra. Conflitti, dunque, insanabili. Ed è proprio su questo che la difesa conta per mettere in dubbio la credibilità dei due denuncianti. Alla magistratura, però, non interessa se c’è dell’astio, ma se i fatti denunciati rispondono a verità.

A.P.

28/04/2016

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