Donna morta dopo il parto, due medici dell’ospedale di Castelvetrano sotto processo

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
02 Marzo 2016 21:45
Donna morta dopo il parto, due medici dell’ospedale di Castelvetrano sotto processo

Davanti al giudice monocratico di Marsala Matteo Giacalone, hanno confermato le tesi dell’accusa i due consulenti di parte civile (il medico legale palermitano Nunzia Albano e il ginecologo Salvatore Bevilacqua) ascoltati nel processo che per omicidio colposo vede alla sbarra due medici dell’ospedale di Castelvetrano: i ginecologi Cataldo Anzalone e Vito Francesco Cuttone. I due medici, secondo l’accusa, non compresero la gravità delle condizioni di una donna che, tre giorni dopo avere partorito, morì.

Anzalone e Cuttone sono accusati di avere sbagliato diagnosi, per “negligenza, imprudenza e imperizia”, dopo avere visitato la 32enne Girolama Leone. A portare la donna in ospedale, il 10 maggio 2011, era stato il marito, Giuseppe Leone. La morte avvenne, per emorragia cerebrale, il 13 maggio 2011 al Policlinico di Palermo, dove la donna era stata trasferita in seguito alle complicazioni sopraggiunte dopo il parto cesareo eseguito, l’11 maggio, all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani.

Girolama Leone, che era al settimo mese di gravidanza, morì dopo avere dato alla luce una bambina, che ora ha tre anni. Inizialmente i medici indagati furono otto. Poi, però, per sei di loro ci fu l’archiviazione. Dalle indagini, condotte dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, è emerso che alla base della tragedia vi sarebbe stata l’errata diagnosi iniziale di Anzalone e Cuttone, che non seppero redigere, sempre secondo l’accusa, l’esatto quadro clinico, non comprendendo il reale motivo dei forti dolori addominali accusati dalla donna, che solo all’indomani del ricovero fu trasferita d’urgenza all’ospedale di Trapani.

Nel frattempo, però, le condizioni della partoriente si erano irrimediabilmente aggravate. Ad Anzalone si rimprovera di non avere predisposto il ricovero, rimandando a casa la donna intorno alle 19.30 del 10 maggio. A Cuttone, invece, di non avere effettuato gli esami ematochimici urgenti, non procedendo soprattutto al taglio cesareo, quando, dopo le 23 dello stesso giorno, il marito la riaccompagnava in ospedale con dolori sempre più forti. Il marito e i genitori di Mimma Leone si sono costituiti parte civile.

A.P.

02/03/2016

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