Il WWF recupera geostazione marina

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
16 Dicembre 2017 15:48
Il WWF recupera geostazione marina

I ricercatori del Mediterranean Institute of Oceanography dell’Université d'Aix-Marseille accortisi con il segnale gps che una delle sonde geostazionarie marine, con boa galleggiante e tubo sommerso, si era incagliata nella costa sud della Sicilia hanno cercato un contatto “amico” in zona.

Il WWF, associazione internazionale, gestisce la Riserva di Torre Salsa a Siculiana, giusto lì vicino il loro segnale fermo. Contattano il Direttore, Dr. Girolamo Culmone, che li indirizza al Presidente del WWF Sicilia Area Mediterranea, Giuseppe Mazzotta.

Mazzotta viene contattato telefonicamente dal Prof. Andrea Doglioli, un italiano che lavora al progetto, e spiega che la boa si trova nel tratto di spiaggia chiamata “Lingua di sabbia” a Seccagrande, località balneare di Ribera.

I due interlocutori rimangono stupiti per il fatto che giusto in quel momento il Presidente Mazzotta, residente proprio a Ribera, si trova nella sua casa al mare, a poche decine di metri dal luogo di spiaggiamento.

Come in un film d’azione immediatamente viene individuata la strumentazione piaggiata e, per dare una mano, viene chiamato il Dr. Domenico Macaluso, responsabile scientifico del settore mare per il WWF Sicilia Area Mediterranea, che tempestivamente arriva nel giro di un quarto d’ora.

Viene recuperata la boa che contiene la strumentazione scientifica e il cilindro in tessuto irrigidito da cerchi metallici, constatando che sono presenti lievi danni al cilindro definito “holey sock drogue” (ancora galleggiante in forma di calza bucata).

Nei prossimi giorni la “boa lagrangiana” sarà riparata per essere poi rilasciata in mare al fine di far proseguire il lavoro di monitoraggio scientifico al progetto “PEACETIME” che oltre a coinvolgere l’Università di Marsiglia vede coinvolti un insieme importante di partenrs internazionali.

Il progetto PEACETIME combina osservazioni in situ sia dell'atmosfera che del mare con misurazioni effettuate sia nella colonna d'acqua che durante gli esperimenti di incubazione di Climate Reactors per studiare gli impatti atmosferici nelle condizioni climatiche presenti e future. Queste misurazioni consentono di caratterizzare le proprietà chimiche, biologiche, fisiche e ottiche dell'atmosfera e del dominio micro-strato superficiale oceanico, strato misto e mesopelagico. Il Mar Mediterraneo, un punto caldo per la biodiversità ma anche per i cambiamenti climatici e la pressione antropogenica, è un laboratorio naturale ideale per studiare questi processi.

 

 

(Comunicato Stampa)

16/12/2017

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