Lo ammetto. Questa notte ho avuto paura. La "casazza" è da sempre il segnale che indica l'arrivo ad Erice dopo tutte quelle curve. E vedere il fuoco proprio lì, praticamente dentro il bosco, quel bosco, mi ha fatto gelare il sangue. Ho avuto paura per tutto. Per tutti. La minaccia delle fiamme era ormai alle porte del paese. Con gli alberi andare in fumo ed un autentico inferno di fuoco poco sotto, a Fontanarossa, dove uomini e donne si sono ritrovati circondati dalle fiamme.
Rischiando di perdere tutto. Mettendo a repentaglio anche la loro vita per restare lì, cercando di difendere le loro case. Con il ricordo ancora vivo del rogo che poco più di un mese fa ha devastato mezza montagna. Arrivando proprio in questa zona del monte. Non è bastato. La folle mano criminale di chi appicca fuoco ha colpito di nuovo. Le fiamme sono tornate a divorare alberi e macchia mediterranea. Quell'autentico angolo di paradiso, di una bellezza spiazzante, dove vado sempre a passeggiare, condividendo le foto con voi.
E che vorrei vedere maggiormente valorizzato e tutelato. Ma alla fine, purtroppo, il fuoco è arrivato fino in vetta. Ed il peggiore degli incubi si è materializzato. Il coraggio e la caparbietà di chi è andato a sfidare le fiamme ha scongiurato il peggio, evitando al fuoco di arrivare nel centro abitato. È stata una brutta notte per Erice e per chi ama questa montagna incantata. Alla fine resta quella puzza di bruciato che ti ritrovi addosso e che non vuole proprio andare via nonostante la lunga doccia fatta.
E la rabbia per questo ennesimo scempio. Tra qualche ora, alle prime luci dell'alba, la montagna si sveglierà sfregiata, con nuove ferite. Meno verde ed ancora meno alberi. Tanti danni su danni da quantificare. E la paura di nuovi roghi. Con cui, purtroppo, siamo costretti a convivere. Mi chiedo fino a quando.
Mario Torrente
8/8/2017{fshare}
