In stato di agitazione da due mesi gli assistenti amministrativi precari della scuola. Tanti in Sicilia occidentale. Il 15 giugno protesta davanti al Quirinale

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
25 Aprile 2016 19:20
In stato di agitazione da due mesi gli assistenti amministrativi precari della scuola. Tanti in Sicilia occidentale. Il 15 giugno protesta davanti al Quirinale

Sono ormai due mesi che gli assistenti amministrativi precari impiegati nelle segreterie scolastiche con contratto co.co.co. ex DM 66/2001 sono in stato di agitazione.

In perenne attesa di stabilizzazione, sono circa 900 in tutta Italia. La metà sono in Sicilia. Moltissimi quelli che lavorano nelle province di Trapani e Palermo. Senza di loro, molte segreterie scolastiche sarebbero in grave affanno.

Nei giorni scorsi Cgil, Cisl e Uil sono tornati a chiedere l’ennesimo incontro al Ministero dell’Istruzione per riaprire il “tavolo” delle trattative per la stabilizzazione e l’aumento dei magri stipendi, che per altro prevedono scarsi contributi previdenziali.

All’azione dei sindacati ufficiali si affianca quella del Comitato Lavoratori Cococo Scuola DM 66/2001, che due mesi fa ha indetto lo stato di agitazione e che il 15 giugno saranno a Roma, con una delegazione di lavoratori, per effettuare prima un presidio davanti a Montecitorio e poi davanti al Quirinale. “Il 15 giugno – dicono - saremo tutti quanti a pretendere la dovuta stabilizzazione full-time senza ulteriori deroghe”.

La decisione è nata a seguito del “silenzio” del sottosegretario Faraone, perché, come scritto dai precari: “è da tempo che sollecitiamo un Suo intervento con varie richieste d’incontro e comunicazioni scritte rimaste tutte inascoltate”. “A Roma saremo in tanti – continuano - ci saremo 50enni, 60enni, padri e madri di famiglia monoreddito, malati cronici, malati di gravi patologie, disperati ma onesti lavoratori co.co.co. che 30 anni orsono sono stati proiettati in una sacca di precariato da cui non è stato possibile uscire.

Lavoratori che da tre mesi non percepiamo lo stipendio, lavoratori che non abbiamo la piena contribuzione previdenziale INPS da anni, lavoratori che da 20 anni siamo stati ripetutamente esclusi dalla possibilità di partecipare alla procedura concorsuale per accesso ai ruoli, lavoratori che con grande sacrificio economico e personale affronteremo ore e ore di viaggio in treno, in pullman, in traghetto per chi verrà dalla Sardegna, lavoratori che verremo dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Puglia, dalla Campania, dal Lazio, dall’Abruzzo e dalle Marche”.

Intendono “sfondare il muro del disinteresse delle Istituzioni del MIUR e della politica”. Chiedono “parità di trattamento, eguali diritti, rispetto delle regole”. Come detto, senza questi assistenti amministrativi precari molte segreterie scolastiche sarebbero in grave difficoltà.

Ciò nonostante, neppure il governo Renzi, che pure ha stabilizzato tantissimi insegnanti precari, sembra voler rispettare la promessa fatta dallo Stato a questi lavoratori. Nel 2001, infatti, il decreto ministeriale che istituiva questa figura (il D.M. 66/2001) prevedeva la stabilizzazione lavorativa entro il 2006.

Una scadenza che non è stata rispettata. Sono, infatti, trascorsi altri dieci anni e lo Stato ha continuato con proroghe che hanno assicurato il lavoro, ma non certo la tranquillità ai lavoratori. Che, per altro, hanno uno stipendio (e soprattutto contributi previdenziali) inferiore ai loro colleghi di ruolo.

Negli anni, i sindacati hanno aperto un tavolo di trattative con il ministero della pubblica istruzione che, però, non è mai approdato a una decisione definitiva. A condurre le trattative, in questi anni, sono stati i sindacati Felsa Cisl, Cgil Nidil e Uil Temp. “Lo stato della vertenza – hanno già sottolineato i tre sindacati in una nota congiunta - ha assunto un livello preoccupante di disagio che affonda le radici anche nel malessere generale dovuto alla crisi economica.

Il decreto ministeriale 20 aprile 2001, n. 66, all'articolo 2 ha previsto la stipula di contratti di collaborazione coordinata e continuativa in favore di quei lavoratori socialmente utili che prestavano servizio presso gli istituti scolastici, transitati dagli enti locali allo Stato, fissando il percorso di stabilizzazione entro cinque anni”. Una promessa, però, come detto, non rispettata dallo Stato.

“Insieme alle proroghe – continuano i sindacati - si sono succeduti, in tutti questi anni, gli annunci di una stabilizzazione nei fatti mai raggiunta; impegni assunti e puntualmente disattesi da parte del Miur dei vari Governi”.

Da ultimo, il governo Renzi, che assume con contratti a tempo indeterminato migliaia e migliaia di docenti, ma continua a dimenticare chi assicura il funzionamento delle segreterie scolastiche.

A.P.

25/04/2016

{fshare}

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza