“La Battaglia delle Egadi”: una giornata di studi all’Arsenale della Marina Regia di Palermo

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
02 Maggio 2018 12:41
“La Battaglia delle Egadi”: una giornata di studi all’Arsenale della Marina Regia di Palermo

La Battaglia delle Egadi, del 241 a.C., lo storico scontro navale tra la flotta romana e quella cartaginese che concluse la prima guerra punica, è il tema di una giornata di studi organizzata il prossimo 4 maggio, alle ore 16, dalla Soprintendenza del Mare all’Arsenale della Marina Regia a Palermo.

Primo tra i relatori, l’assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa, che ha intuito fin dagli anni Novanta come la battaglia delle Egadi non fosse avvenuta nel sito indicato da Polibio ma a nord-ovest dell’Isola di Levanzo e ha diretto la ricerca che ha portato al ritrovamento dei famosi rostri appartenenti alle navi romane, esposti in prestigiosi musei di tutto il mondo come messaggeri della cultura italiana. (vedi video dei ritrovamenti: https://www.youtube.com/watch?time_continue=6&v=XB__eWBdSC0)Con le parole del professore Tusa, “nello scontro tra Romani e Cartaginesi quella battaglia fu di epocale valore per il destino del Mediterraneo ed oltre nei secoli a venire.

Nell’ambito dei 118 anni di guerra che videro lo scontro titanico tra due grandi potenze dell’antichità questo fu uno dei momenti più importanti che ebbe un peso non indifferente per la vittoria finale del 146 a.C. dei Romani, non foss’altro che perché tolse ai Cartaginesi il controllo strategico della Sicilia. Ma, soprattutto, perché, come ci dice espressamente Polibio, il più attento osservatore, seppur di parte, del conflitto, i Romani dopo il 10 marzo del 241 acquisirono la legittimità e l’autorevolezza di grande potenza mediterranea e di potenza navale intraprendendo con l’abilità che seppero sviluppare nei secoli seguenti la ben nota fisionomia di potenza imperialista anche se il vero e proprio impero nascerà dopo altre due secoli”.I relatori: Sebastiano Tusa, assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, La Battaglia delle Egadi ritrovata; Francesca Oliveri, Soprintendenza del Mare, Minima Aegatium.

Considerazioni iconografiche, epigrafiche; Roberto La Rocca, Soprintendenza del Mare, La battaglia delle Egadi: aspetti tecnici e metodologici delle ricerche; Cecilia Buccellato, Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, La manifattura dei rostri delle Egadi; Stefano Zangara, Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, La Prima Guerra Punica: la supremazia militare e commerciale romana nel Mediterraneo attraverso le nuove sperimentazioni applicate alle ricerche marine.Coordinano Alessandra De Caro e Alfonso Lo Cascio, Soprintendenza del MareScheda: La battaglia delle EgadiLa battaglia delle Egadi è uno di quegli eventi che, da Polibio in poi, hanno alimentato il dibattito sulle guerre puniche, sulle loro cause e sulla svolta geopolitica che ne conseguì, ed hanno acceso l’immaginazione soprattutto sulla spettacolarità delle vicende belliche.I Cartaginesi di Amilcare erano assediati sulle balze nord-orientali del monte Erice che sovrasta la città di Trapani (l’antica Drepanum).

I Romani ne tenevano saldamente le pendici occidentali e la vetta, lasciando in mano nemica soltanto un corridoio che dava accesso al mare nei pressi dell’odierna baia di Bonagia. La situazione si aggrava con l’arrivo della flotta romana che occupa le acque antistanti Drepanum e le rade di Lilibeo. L’intera costa occidentale dell’isola resta quindi tagliata fuori da ogni collegamento con Cartagine; Lilibeo, fondamentale snodo marittimo e terrestre della Sicilia punica, rimane senza sbocchi a causa del blocco romano.I Cartaginesi tentano di tutto pur di soccorrere Amilcare chiuso sul monte.

A tal proposito approntano una forza navale al comando dell’ammiraglio Annone che, partita da Cartagine, raggiunge Marettimo (Hiera) dove attese vento e mare favorevoli per l’ultimo balzo verso la Sicilia per soccorrere i propri connazionali. Lutazio Catulo intuisce la rotta delle navi puniche che, da Hierà, evitando naturalmente la costa pattugliata tra Drepana e Lilibeo, avrebbero puntato su Erice, ampliando il raggio di navigazione verso l’accesso nord-orientale dell’attuale Torre di Bonagia: occorreva tagliarne la rotta, volgendo a favore dei Romani quel forte libeccio che, pur propizio alle vele nemiche, non le avrebbe comunque alleggerite del pesante carico di vettovaglie in caso di un attacco a sorpresa.Lo scontro avvenne a Nord di Levanzo laddove le ricerche archeologiche effettuate dalla Soprintendenza del Mare, in collaborazione con Fondazione private, hanno messo in evidenza le prove che ormai fugano ogni dubbio sulla reale cinetica della battaglia.Lutazio Catulo si nascose dietro l’alta mole di Capo Grosso di Levanzo e, quando vide sopraggiungere il nemico a vele spiegate diede ordine di tagliare le cime d’ormeggio e salpare in fretta in modo da colpire le navi nemiche al traverso.

Ci volle poco a scatenare la confusione e lo sgomento tra i marinai cartaginesi. In preda al panico parte della flotta rientrò verso Cartagine, parte fu distrutta o catturata da Lutazio Catulo, ponendo fine alla Prima Guerra Punica tra Cartaginesi e Romani.

 

La Redazione

2/05/2018

{fshare}

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza