“La libertà è un libro”. Il laboratorio di lettura (e fiducia) al carcere di Trapani

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
22 Dicembre 2015 13:33
“La libertà è un libro”. Il laboratorio di lettura (e fiducia) al carcere di Trapani

Si parla, ci si racconta, con il supporto delle riflessioni d’autore, e si ascolta, si ragiona insieme. Si riflette su un’alternativa morale ed emotiva solida, capace di svelare che una diversità migliore è possibile, e vicina.

Due ore passano in fretta al laboratorio di lettura e scrittura creativa tenuto alla Casa Circondariale di Trapani - nell’ambito del progetto di volontariato "La libertà è un libro" - dalla giornalista Ornella Fulco e dalla psicologa Luisa Fabrizia Sala. Ma sono tutte parole che restano, da cui germogliano speranze e altre parole, che oltre al conforto della cultura aggiungono un conforto umano, di cui nessuno dei presenti mostra di essere mai sazio.

La Casa Circondariale di Trapani, diretta dal dottor Renato Persico, è un “laboratorio” costante di iniziative - natalizie e non – programmate in favore dei detenuti e realizzate in collaborazione con associazioni ed enti del territorio: il Cesvop, il Telefono Azzurro, i Comuni limitrofi, le Associazioni femminili e poi ancora il Trapani Calcio e i tornei sportivi, le commedie dialettali e i concerti, le Sante Messe periodiche e la presenza del Vescovo per il Giubileo della Misericordia, la presentazione del libro del giornalista del Tg5 Carmelo Sardo, “Malerba”, curata dall’Istituto Alberghiero di Erice in collaborazione con il Teatro Abusivo Marsala.

Tutti eventi che non potrebbero vedere la luce senza il coordinamento capace del Comandante della Polizia Penitenziaria, Giuseppe Romano e del Responsabile dei servizi educativi, Antonio Vanella. Senza la guida consapevole, rivolta alla formazione di ciascuna delle persone chiamate a “restituire” alla società, esercitata dal direttore della struttura.

Il laboratorio di lettura e confronto, di scambio e di dialogo, traccia un cammino di silenzioso cambiamento, che ne vede i protagonisti coinvolti e affamati, ad ogni lezione un po’ di più. Che li mette al centro della scena, senza esporli alla difficoltà di riconoscersi in una condizione di errore quasi ‘genetico’ – quello che troppo spesso, invece, la società addebita a chi ha sbagliato – ma che al contrario li rende liberi, in quello spazio, di dimostrare il bisogno e la capacità di migliorare, lasciando al passato quel percorso tutto da correggere.

Ed è un laboratorio fatto d’amore, di fiducia che viene donata in porzioni sempre uguali, che si avvale di tutta quell’umanità mancata o repressa che, con modalità diverse, ha stroncato il sentiero di giustizia di ogni partecipante.

Un lavoro che rende onore alla struttura che lo ospita e a chi lo svolge, con innata capacità di donarsi.

Ieri, nell’ultima lezione pre-natalizia, alla presenza anche dell’educatrice Lilli Castiglione - che assieme a tutti i suoi colleghi, con professionalità svolge un compito complesso ed oneroso - il laboratorio ha ospitato anche una parentesi di ‘convivialità’, con la condivisione di panettoni e bevande tra “docenti” e “allievi”.

Jana Cardinale

22/12/2015

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