Un anno e 4 mesi di reclusione è stata la pena concordata in Tribunale, a Marsala, per la 42enne colombiana Espitia Nydia Yolanda Moya, imputata nel processo scaturito dall’operazione antiprostituzione denominata “Squillo” (20 novembre 2013). A difendere la donna colombiana è stato l’avvocato Leo Genna.
“Della difesa – dice il legale – sono stato incaricato in dibattimento. In precedenza non sono stato io ad assisterla. L’applicazione della pena con patteggiamento è stata la soluzione migliore per l’imputata”. Adesso, rimane un solo imputato: il marsalese Salvatore Brugnone, di 70 anni. Già condannati, infatti, con riti alternativi, gli altri due coinvolti nell’operazione “Squillo” (favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione).
Leonardo Petterico, 35 anni, è stato condannato con rito abbreviato a un anno e otto mesi di carcere, mentre la 44enne colombiana Sandra Tatiana Ordinez Giraldo ha patteggiato una condanna a 10 mesi di reclusione.
A condurre l’indagine sono stati i carabinieri della stazione di Petrosino in collaborazione con i militari dell’Arma di Mazara e Genova. Dall’inchiesta, avviata nel 2009, è venuto fuori che le prostitute, in buona parte sudamericane, attiravano i clienti con inserzioni pubblicitarie su giornali a tiratura regionale, fornendo il proprio recapito telefonico e il luogo dove incontrarsi. Inizialmente, in una villetta di contrada Fossarunza.
La tariffa per una prestazione sessuale era di 70 euro. Poi, in seguito ad un controllo dei carabinieri, in altri immobili in zone di periferia marsalese. I fatti contestati vanno dalla fine del 2008 al 2009.
P.A.
01/10/2015
{fshare}
