Prima vittoria stagionale del Mazara Calcio che, nella gara valida per la 4^ giornata del campionato di calcio regionale d’Eccellenza, sul neutro del “Pasqualino Stadium” di Carini, si aggiudica il primo match salvezza con il Monreale. Un successo giunto in rimonta e con la difesa rimaneggiata, viste le assenze di Agate per infortunio e di Lombardo per squalifica e che rappresenta una boccata d’ossigeno non di poco conto per mister Dino Marino e i suoi, che dopo essere partito in sordina affrontando Akragas e Dattilo, adesso si ritrova a far punti in uno dei match chiave per l’obiettivo finale, quello della salvezza.
Monreale in vantaggio dopo circa 20’ grazie a Lamattina che svetta di testa per deviare in rete un pallone proveniente su calcio da fermo. Il pari arriva su calcio di rigore, provocato da un fallo di mani in area visto dal direttore di gara nei confronti dell’ex di turno Walter Esposito, il quale cercava di contendere la sfera a Etmane. Dal dischetto si presenta Amodeo che non sbaglia e dopo la panchina contro il Dattilo, si riprende ciò che è suo siglando il suo 2° gol in campionato in maglia gialloblù, sempre su rigore, dopo la realizzazione dagli 11 metri avvenuta nei confronti del Misilmeri.
Nella ripresa, Mazara in campo con un altro passo ed è capitan Genesio, con una staffilata da oltre 20 metri a siglare, ad un quarto d’ora dal rientro dagli spogliatoi, il gol del definitivo 1-2. Mazara che si porta così a quota 4 punti in classifica, allontanandosi dal pantano della “zona rossa” del girone A, tenendo a distanza di 3 lunghezze proprio il Monreale, e che si proietta alla prossima sfida interna contro il Castellammare per cercare di tirar fuori la posta piena anche nello stadio di casa.
Il bel gioco e la continuità pe Marino e i suoi potranno emergere cammin facendo. L’importante per i canarini è aver ritrovato i tre punti, per poter iniziare a costruire un percorso che riconquisti posizioni di classifica più adatte alla storia della società e l’amore di quella parte della tifoseria di cui si avverte ancora la mancanza. Tommaso Ardagna
