Mazara, covid19, finita la quarantena ma costretti ad aspettare giorni per il tampone. Bisogna potenziare l’USCA ed il servizio 118!

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
20 Novembre 2020 09:51
Mazara, covid19, finita la quarantena ma costretti ad aspettare giorni per il tampone. Bisogna potenziare l’USCA ed il servizio 118!

“Abbiamo terminato la quarantena tre giorni fa e ancora non si fa sentire nessuno  per fare il tampone molecolare. Siamo bloccati in casa isolati, senza lavoro. Nessuno ci risponde. Siamo abbandonati a noi stessi”. Così una coppia di mazaresi risultati positivi al covid19 lamenta il mancato intervento del servizio sanitario, ed in particolare dell’USCA per l’effettuazione del tampone post-quarantena che qualora risultasse positivo consentirebbe di ritornare alla vita quotidiana; il marito, operaio in una ditta da quando risultato positivo ovviamente non è andato a lavorare con tutte le conseguenza sulla situazione economica della famiglia.

Un altro suo collega di lavoro una volta acquisita la positività ha fatto il tampone ma è risultato negativo: “pur risultato negativo mi è stato imposto di rimanere in quarantena. Non capisco il perché, probabilmente in via precauzionale considerato il periodo di incubazione del virus. Anche io ho terminato da un paio di giorni la quarantena, mi sento bene ma ancora aspetto che qualcuno mi contatti per effettuare un tampone e potere ritornare a lavorare. Questa è una situazione assurda, paradossale, c’è da impazzire”.

Crediamo, e abbiamo già ricevuto qualche segnalazione, che altri cittadini mazaresi si trovino nelle stesse condizioni dei suddetti. Ci sono padri, madri, figli costretti ad utilizzare un garage per non infettare altri e quando, finita la quarantena, dovrebbero effettuare del tampone nessuno si fa sentire. I tempi di attesa sarebbero lunghi, anche fino ad un mese. Ad essere chiamato in causa dai cittadini in quarantena è il servizio USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) territoriale, quella del  Distretto Socio-sanitario D53 che ha sede a Mazara del Vallo, presso l’ex area di emergenza-urgenza di via Livorno (vedi foto copertina) e che copre anche i comuni di Salemi, Vita e Gibellina.

Le funzioni delle USCA sono principalmente rivolte alle cure al domicilio per pazienti covid-19 (dimessi dalle strutture ospedaliere o mai ricoverati) con bisogni di assistenza compatibili con la permanenza al domicilio e per la cura al domicilio di pazienti con sintomatologia clinica sospetta per coronavirus, di cui non è nota l’eventuale positività e che devono essere considerati come sospetti casi covid-19. E’ il personale dell’USCA che dovrebbe, una volta terminato il periodo di quarantena, effettuare i tamponi a domicilio.

Agli inizi di ottobre l’associazione Misericordia di Mazara del Vallo – San Vito, a seguito della nota n. 86/2020 chiese il potenziamento del servizio USCA del Distretto sanitario con capofila Mazara del Vallo ottenne l’inserimento di una unità infermieristica e di un medico proveniente dal servizio USCAT. Ad oggi ad effettuare questo servizio nell’intero Distretto D53, sono soltanto due/tre unità (fra i quali un solo medico) dotate di un solo mezzo; si parla dell’arrivo nelle prossime ore di altri due medici.

Ad ogni modo l’USCA ad oggi risulterebbe ancora sottodimensionata per personale e mezzi rispetto ad una situazione quella attuale totalmente cambiata, in negativo, rispetto alla fine di settembre; nel Distretto D53, considerati i suddetti 4 Comuni, si contano oggi quasi 400 positivi al covid-19, escludendo coloro in quarantena in via precauzionale. Ci siamo recati nel primissimo pomeriggio di ieri presso la sede dell’USCA (vedi foto copertina) ed il personale, molto gentile e preparato, ci ha invitati a contattare il dott.

Giuseppe Cataldo, coordinatore dell’USCA di Mazara del Vallo il quale, subito da noi contattato, ci ha detto di dover chiedere autorizzazione al capo Dipartimento Protezione e Prevenzione dell’Asp 9 per rilasciare dichiarazioni e che ci avrebbe richiamato prima possibile. Siamo ancora in attesa. In attesa di ricevere risposte in merito alla problematica, bisogna ammettere che il giovane personale attualmente in forza all’USCA, con tutta la buona volontà (ritmi di lavoro massacranti) e professionalità non è in grado di soddisfare le esigenze di un fenomeno cresciuto a dismisura.

Ad adeguare il personale alla nuova situazione dovrebbero pensarci la relativa ASP, quella di Trapani, che, come le altre isolane, dipende dall’Assessorato regionale alla Salute. Vuoi o non vuoi il problema rimane sempre lo stesso e rimanda alla “politica” e alla sua incapacità di rispondere in tempi adeguati all’emergenza covid-19, sono gli stessi motivi che hanno portato la Sicilia ad essere classificata nell’ultimo Dpcm “zona arancione”. Sulla questione invitiamo l’Amministrazione Comunale, ed in particolare il Sindaco, Salvatore Quinci, a far pressioni sull’ASP 9 e direttamente sull’assessore regionale Ruggero Razza (in città ha molti amici) affinchè si possa trovare una soluzione a questo dramma nel dramma che stanno vivendo molti pazienti covid-19.

Un’altra questione per la quale invitiamo il primo cittadino mazarese, che per il suo ruolo è responsabile della salute nel territorio, riguarda l’attuale mancanza di un’autoambulanza in città disponibile per altri interventi, i mezzi in dotazione sono impegnati nell’emergenza covid e ciò penalizza l’emergenza urgenza territoriale. Giunge infatti notizia che ieri sera una donna mazarese colta da una crisi epilettica ha rischiato seriamente di perdere la vita  a causa dell’indisponibilità di un’autoambulanza nel territorio, l’autoambulanza è dovuta giungere da Marsala, la donna è stata ricoverata all’ospedale “P.

Borsellino” e le sue condizioni non sarebbero buone. Servono nuovi e urgenti provvedimenti: il 118 non dovrebbe essere impegnato anche per i trasferimenti covid non urgenti. Inoltre urge il  potenziamento dei centri di sanificazione in provincia, attualmente un solo punto per tutte le postazioni del trapanese e ciò significa che dopo l'espletamento del servizio covid il mezzo del 118 è costretto a recarsi a Trapani per la sanificazione lasciando scoperto il territorio per diverse ore. Francesco Mezzapelle

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