Mazara, tragedia del “Tre Fratelli”, continuano le ricerche di Daniele e Pietro Di Marco

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
24 Settembre 2014 09:30
Mazara, tragedia del “Tre Fratelli”, continuano le ricerche di Daniele e Pietro Di Marco

Sono proseguite per tutta la notte le ricerche dei due giovani pescatori, Daniele e Pietro Di Marco, dispersi da ieri notte nelle acque antistanti Petrosino.

Le ricerche sono continuate ininterrottamente da ieri, attraverso i mezzi delle Capitanerie di Porto, dei Carabinieri e con l'ausilio di due elicotteri. Dalla Capitaneria di Porto di Mazara fanno sapere: ancora nessuna traccia dei due ragazzi. Quel tratto di mare è caratterizzato da forti correnti e le ricerche non sono facili. Daniele e Pietro, 20 anni e 23 anni rispettivamente, figli di Vito Di Marco, quel padre che avevo speso le sue risorse umane e materiale per dare un futuro ai figli e che, insieme a loro in quella tragica battuta di pesca, è stato trovato morto fra le acque intorno alle 13 di ieri, e trasportato nel cimitero di Mazara, in attesa di un'autopsia.

Ce l'hanno fatta invece, a salvarsi, Giancarlo Esposito (37 anni) ed un altro ragazzo mazarese di nome Baldo Giacalone (25 anni), ricoverato in rianimazione presso l'ospedale Borsellino di Marsala (non è a rischio di vita), entrambi amici dei Di Marco e recuperati da un'altra imbarcazione in transito. E' stato proprio quest'ultimo, dimesso ieri, a raccontare la dinamica di quanto accaduto alla piccola imbarcazione, 6,5 metri e passa, impegnata in quella battuta di pesca sottocosta.

Il naufragio sarebbe avvenuto fra le 1 e le 2,30 della notte e nonostante le buone condizioni meteomarine. Durante il recupero delle reti, che probabilmente si erano impigliate sui fondali, il verricello ha portato in trazione l'imbarcazione che si è capovolta. Per circa due ore i cinque marinai, finiti in mare, sono riusciti a tenersi in contatto nonostante l'oscurità. Poi i due sopravvissuti hanno perso di vista gli altri tre componenti dell'equipaggio, cioè Di Marco ed i suoi due figli.

La storia della famiglia Di Marco sembra una novella di Verga. La barca era stata acquistata da poco con i risparmi dei tre fratelli. Il terzo è Francesco, il più grande, rimasto a terra perché fa il muratore. Il nome dato all'imbarcazione "Tre fratelli", appunto, era un modo per sancire la solidarietà familiare. Francesco, infatti, aveva dato la sua quota per consentire a Pietro e Daniele, disoccupati, di guadagnarsi da vivere con quel piccolo legno comprato di seconda mano e ormeggiato nel porto di Marsala, lontano da casa, ma forse meno costoso. Il padre, cardiopatico, operaio in pensione che da giovane aveva tentato, senza esito, di fare fortuna in America, si sbracciava per dare una mano ai figli.

Le ricerche dei due ragazzi vanno oggi avanti senza sosta. La Capitaneria di Porto di Palermo, con l'ausilio di un Atr 42, sta setacciando l'area. Alle operazioni, che interessano una zona di 180 miglia nautiche quadrate, partecipano anche due elicotteri della Marina militare - decollati dalla base aerea di Trapani Birgi e di Poggio Renatico (Ferrara) - e mezzi dei carabinieri.

Intanto La procura di Marsala ha aperto un fascicolo d'inchiesta, con l'ipotesi per ora di naufragio colposo. La procura ricostruirà la dinamica dell'incidente cominciando dall'interrogatorio dei due superstiti. Il Sindaco di Mazara, On. Nicola Cristaldi, ha annunciato che nei prossimi giorni, sarà proclamato il lutto cittadino.

(Nella foto, da sx, Vito Di Marco, Pietro e Daniele)

24/09/14  10,45

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