Residenti di Borgata Costiera contro la “fattoria eolica” nei pressi del sito archeologico di Roccazzo. Dove sono i politici e gli ambientalisti?

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
17 Novembre 2018 12:32
Residenti di Borgata Costiera contro la “fattoria eolica” nei pressi del sito archeologico di Roccazzo. Dove sono i politici e gli ambientalisti?

Sulla questione silenzio dei politici che hanno fatto campagna elettorale a Costierae degli ambientalisti, sia ufficiali che quelli che difendono pure le pozzanghere... “Presto il sito archeologico di Roccazzo sarà chiamato ‘fattoria eolica’”. Questo è l’allarme lanciato, attraverso il gruppo facebook Uniti per Borgata Costiera appresa la notizia di un probabile ampliamento progetto di parco eolico in un’area in prossimità dell’importante sito archeologico di Roccazzo (vedi foto di copertina) vicino alla popolosa Borgata mazarese.

“In questi giorni –ci ha scritto Salvatore Serrentino, residente a Costiera- ho interpellato persone competenti del settore al fine di tutelare il nostro territorio. Esiste una modifica di legge in ambito nazionale D.L. 104/2017, che delega le Regioni con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 settembre 1999 con l’art.5 secondo il quale le regioni disciplinano le modifiche o ampliamenti di progetti già autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione o di esercizio, che possano avere notevoli ripercussioni negative sull’ambiente, per i quali la procedura di VIA è sottoposta alla loro competenza”.

Serrentino ha così sottolineato: “tenendo conto anche della assoggettabilità regolamentata dall’art. 19 del D.Lgs.152/2006, che ha la finalità di valutare se un progetto determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi e deve essere quindi sottoposto al procedimento di VIA, pertanto ho contattato, per chiedere spiegazioni sulla questione, l’Ente che ha competenza sul sito archeologico e cioè  la Soprintendenza per i Beni culturali ed ambientali di Trapani. Mi hanno riferito che l’unica cosa che hanno potuto fare e limitare i danni vincolando l’azienda alla costruzione di queste pale eoliche rispettando i limiti imposti, es.

costruire ad una certa distanza dal sito di Roccazzo, le pale devono essere quelli di una certa altezza ecc…”. Continuando Serrentino: “Il bello sta qui, a quanto pare la ditta costruttrice dell’impianto eolico e la Soprintendenza hanno stabilito che una volta finito i lavori riqualificheranno il sito Roccazzo, con recinzione, pulizia e valorizzazione del posto. Ovviamene non ha proprio senso tutto questo e la caramella non l’accettiamo. Pertanto ho chiesto veementemente un sopralluogo nel sito, alla presenza di un gruppo di noi residenti, della stessa Soprintendenza.

A giorni mi ricontatterà l’architetto in questione con il quale ho preso contatti diretti per stabilire la data del sopralluogo. Faremo rispettare il nostro territorio come giusto sia”. La difesa del sito archeologico di Roccazzo, ed in generale del territorio di Borgata Costiera, è uno degli obiettivi del neo comitato civico “Il Mulino” (prende il nome da uno storico edificio presente nella stessa Borgata, vedi foto n.2) che dovrebbe costituirsi domani. A seguito di quanto espresso da Serrentino, la domanda sorge spontanea: l’Amministrazione è al corrente della questione? Che posizione detiene in merito? Dove sono tutti quei politici che in questi anni hanno fatto campagna elettorale a Costiera (con variegate manifestazioni ed incontri) e che sono stati eletti grazie ai voti degli stessi borgatari? Dove sono gli ambientalisti, le associazioni o coloro che difendono alcune aree, vedi la Colmata B, considerata da loro un’oasi naturale? Il sito archeologico di Roccazzo si trova presso la Borgata Costiera e testimonia la presenza dell’uomo nel territorio di Mazara del Vallo fin dall’età del rame (III millennio a.C.).

Si tratta del sito “eneolitico” più grande rinvenuto in Sicilia, si estende per circa trenta ettari ed è stato scoperto nel 1985. Nel 2008 il sito è stato oggetto di una campagna di scavo diretta da Sebastiano Tusa, che ha permesso il rinvenimento di numerose tombe e capanne eneolitiche, oltre a ceramiche neolitiche e dell’età del bronzo e, nella parte più occidentale, di un complesso edificio greco probabilmente databile alla prima fase di colonizzazione del territorio di Selinunte. Il sito è circondato dai “magaggiari”, ampie spianate rocciose ricche di vegetazione spontanea a giunco e palma nana.

Quasi tutte le tombe furono adoperate per una sepoltura singola compiuta in posizione rannicchiata o supina. L’insediamento è situato su una collina omonima che costituisce il naturale proseguimento del vasto pianoro che lambisce a est la valle del fiume Mazaro. Dell’insediamento abitativo sono rimaste solamente le trincee di fondazione di 4 capanne di forma rettangolare, di dimensioni 7⨯16m. Nella necropoli sono state invece rinvenute 47 tombe, ognuna adibita all’inumazione di un solo cadavere, ad eccezione della n.

29, che ospitava 14 individui. Il sito è raggiungibile attraverso la Strada Regionale 17 Fondacazzo-Santa Teresa- Roccazzo. Bisogna infine chiedersi il perché lo stesso sito di alta importanza archeologica, non sia stato promosso dalla stessa Soprintendenza e dalle  Amministrazioni cittadine di questi anni e non sia stato reso accessibile ai visitatori con percorsi e segnaletica adeguata? Francesco Mezzapelle

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza