Riceviamo e pubblichiamo l’esperienza di un cittadino a tu per tu con i test sierologici

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
07 Giugno 2020 19:07
Riceviamo e pubblichiamo l’esperienza di un cittadino a tu per tu con i test sierologici

"Il termine test, generalmente, riporta ad una verifica e ad un confronto tra sé stessi e un termine di paragone che può spiazzarci se l'interfaccia che si determina pende a nostro sfavore. È vero anche che, in taluni casi, un test può raccontare una storia o meglio, un percorso che - consapevolmente o inconsapevolmente - abbiamo compiuto e che serve a mettere insieme i pezzi di un puzzle che servirà a rendere più serena la vita di ogni giorno. Tra i test che hanno questo ruolo, rientra in questo periodo quello volto ad accertare la presenza di anticorpi generati da un contatto del nostro sistema immunitario con il Covid 19; ancora proposto su base volontaria (non è obbligatorio ma consigliato) suggerisce se una persona ha contratto il virus e quindi ne conserva la "memoria".

Per scongiurare una presenza attiva del virus, qualora l'esito dell'esame dovesse rivelarsi positivo, viene effettuato anche un tampone. A quel punto, chi dovesse risultare positivo anche al tampone, viene posto in quarantena e sottoposto ad ulteriori accertamenti e cure. Ma c'è di più: effettuare i test sierologici oggi serve anche a disegnare un percorso del Coronavirus su una precisa porzione di territorio in un determinato periodo. Più sono i referti a disposizione degli studiosi, più è possibile capire quanto si sia diffuso il virus e con quali esiti.

Io ho scelto volontariamente di sottopormi a tale esame, perché desideravo capire se i contatti avuti nel periodo tra dicembre e febbraio ( a rischio per le numerose frequentazioni dovute alle festività natalizie e carnevalesche), insieme ad una serie di condizioni di salute con sintomi che potessero far sospettare un possibile contagio, mi avessero realmente esposto ad una contaminazione seppur non grave. Non dimentichiamo che questa tipologia di virus, anche se superata in termini di sintomi, lascia spesso gravi strascichi che potrebbero avere esiti fatali anche a distanza di molti anni: è il caso della Spagnola diffusasi nel secolo scorso che- sebbene debellata con cure adatte- condannò a morte per danni al cuore e ad altri organi vitali migliaia di persone (che l'avevano contratta anche in forma asintomatica) nei decenni successivi.

Essere a conoscenza di non essere positiva al virus mi rasserena tanto, come mamma e come insegnante : fermo restando che il Covid-19 purtroppo circola ancora e che sarebbe bene ripetere periodicamente il test, almeno fino a pandemia definitivamente conclusa (ma quando potremo considerare finalmente il Covid un lontano ricordo?) sapere di non esserne stata colpita e di non essere stata anche involontariamente veicolo di contagio mi rende orgogliosa di una scelta civile e responsabile. Un grazie va all'AVIS, associazione che veicola non solamente gesti di solidarietà e di supporto a chi si trova in precarie situazioni di salute, e ad amministratori competenti e appassionati, come il Sindaco di Partanna Nicola Catania che incentiva con garbata e necessaria insistenza un volontario ma doveroso check up soprattutto per chi arriva da altre regioni e ha il dovere morale di garantire la salute pubblica della comunità ospitante...

Non esitate, dunque, a fare un rapido ed indolore controllo: ciò farà la differenza tra una definitiva scomparsa del virus o una sua fastidiosa latitanza in giro per il nostro territorio.

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