“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta di via Serisso

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
19 Luglio 2020 02:14
“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta di via Serisso

Trapani è una città piena di storia e tradizioni ma anche, e forse soprattutto leggende. Una di queste riguarda una delle vie più famose e frequentate della zona portuale: via Serisso. Anticamente, la via era molto famosa perché vi sorgevano due chiese: la Cappella di San Giuseppe – gestita dal Consolato dei fiorentini, distrutta nel 1500 e dove poi sorse la chiesa di Santa Barbara – e la Chiesa di Gesù e Maria, demolita nel 1800.

Ma a rendere curiosa la via è soprattutto una testa di donna in marmo che si trova all’angolo tra la Marina e la Via Serisso. Diventata un punto di incontro soprattutto per i pescatori, la piccola statua non ha un’origine ben precisa. Esiste, infatti, una leggenda che la riguarda ma con due versioni diverse. La prima racconta di un ricco corsaro trapanese che sposò una donna francese – Madame Serisse, dalla quale ereditò il nome – che, in un periodo di assenza del marito, scappò con uno schiavo di cui si era innamorata.

Serisso, ritornato a Trapani e non trovando nessuno ad aspettarlo, partì alla ricerca dei due amanti. Arrivando in Africa, trovò la moglie dell’ex schiavo a cui chiese dove fosse la moglie, risultata pentita dalla scelta fatta. La turca, così, portò Serisso nella casa dell’amante, che venne successivamente sgozzato. Il corsaro, poi, svuotò il forziere con la moglie ma, subito dopo, le tagliò la testa e la mise in un sacco. Arrivato a Trapani, l’uomo conficcò la testa in un palo davanti la sua casa.

La seconda versione, invece, riguarda un mercante di schiavi di nome Felice Aiuto. Egli acquistava schiavi turchi e con il guadagno riscattava cristiani prigionieri dei saraceni. Un giorno uno dei suoi schiavi scappò con la moglie e Aiuto cercò disperatamente i due amanti per punirli. La nave in cui viaggiava, però, venne presa d’assalto dai pirati e il mercante venne ridotto in schiavitù e portato a Tunisi dove fu acquistato casualmente dalla moglie e dall’ex schiavo, che non lo riconobbero e lo chiamarono Alì.

Anche da schiavo, però, Felice si vendicò. Uccise, infatti, l’amante della moglie e tagliò la testa della sua sposa che, successivamente, venne esposta davanti la sua abitazione.  Quando la testa si decompose, fu messa al suo posto una testa di marmo. Nonostante sia una via storica per la città, però, negli ultimi anni è stata spesso soggetta a critiche. Molti, infatti, hanno pensato che non fosse giusto dedicare una via ad un pluriomicida – di cui una vittima fu una donna – e che rappresenta una Trapani negativa.

Via Serisso, però, non è questa. Perché oltre alla leggenda, via Serisso è Don Fidirico – Federico Malizia – che metteva in scena l’Opera dei Pupi. Via Serisso è Antonino Scontrino, l’illustre musicista trapanese – a cui è dedicato il conservatorio di Musica di Trapani – che vi nacque nel 1922. E, oggi, continua ad essere viva grazie ai tanti imprenditori che vi costruiscono piccoli ristoranti per far vivere ai non trapanesi la vera tradizione della città. E anche se, prima o poi, si dovesse scegliere di cambiare il nome della via, questa sarà sempre nella mente dei trapanesi che vedono in quella testa di marmo un luogo d’incontro e che rendono Trapani una città curiosa e piena di leggende.

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