Una folla commossa di amici e parenti dei genitori (Antonio Genova e Katia Pirrello) ha assistito, in Chiesa Madre, ai funerali del piccolo Gioele Genova, il bambino affetto da “Sma1” (atrofia muscolare spinale) morto il giorno di Santo Stefano.
“Non ci sono parole – ha detto l’arciprete don Giuseppe Ponte nella sua omelìa - per consolare genitori e familiari che perdono un bambino di 4 anni. Possiamo solo essere vicini a loro nella sofferenza, dando la nostra solidarietà. Dicendo loro: ci siamo. E oggi, qui, ci sono tante persone che ai familiari dicono: non siete soli. Perché Dio permette ciò? E’ questo l’interrogativo che corrode il nostro cervello. Nessuno ci può dare una risposta. Il Signore ha voluto misteriosamente Gioele nella sua casa”.
Tra coloro che hanno tributato all’estremo saluto c’era anche il giudice Antonio Genna, il magistrato della sezione civile del Tribunale di Marsala che il 15 aprile 2014, su richiesta dei genitori, ordinò agli Spedali Civili di Brescia di “riprendere immediatamente a curare il piccolo Gioele con il metodo Stamina”.
Un metodo sulla cui validità scientifica il sindaco Di Girolamo, che è medico cardiologo, dice di “non riuscire a dare un giudizio scientifico”. L’ordinanza del giudice Genna fu, poi, ribaltata dal Tribunale in sede collegiale su ricorso dell’ospedale bresciano. Una mazzata per i genitori di Gioele, che continuano a sostenere che solo grazie alle cure sperimentate da Davide Vannoni, presidente di “Stamina Foundation” - che per questa vicenda, lo scorso 18 marzo, davanti al gup di Torino, ha patteggiato una condanna a un anno e 10 mesi di reclusione (pena sospesa) per truffa - il loro bambino ha avuto dei miglioramenti. Intanto, per la famiglia Genova, economicamente sfiancata dalle spese sostenute per cure mediche e battaglie legali, è stata avviata una raccolta fondi. Il Comune, da parte sua, donerà il loculo per il piccolo Gioele.
A.P.
30-12-2015 9,15
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