“Una punta di Sal”. Omini e quacquaracquà…

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
13 Settembre 2020 12:03
“Una punta di Sal”. Omini e quacquaracquà…

“Omini mezzi omini ominicchi pigliainculo quacquaracquà”. Questa è la declinazione dell’umanità in cinque categorie descritte nel “Il giorno della civetta” (Torino, Einaudi 1961) di Leonardo Sciascia. Ecco il brano in cui il padrino mafioso Mariano Arena esprime il suo rispetto per il protagonista del romanzo, il capitano Bellodi: «Io ho una certa pratica del mondo – dice don Mariano- ; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà.

Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.  Ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.» (in foto copertina Lee J.Cobb nella parte di Don Mariano e Franco Nero in quella del Capitano Bellodi nel film di Damiano Damiani "Il Giorno della Civetta" tratto dal romanzo di Sciascia) Ecco, dunque, le cinque categorie.

Gli uomini veri sono istruiti e pensano da se stessi. Non sono dettati dai sentimenti popolari o pettegolezzi. Sono altruisti e rispettano gli altri. Difendono i loro ideali e muoiono per la loro libertà e la libertà degli altri. Dicono no alla mafia. Non impongono la loro volontà. La loro attività è volta a portare la pace nel mondo. Cercano di aiutare gli sfruttati, creano posti di lavoro e una cultura di benessere. Combattono la stupidità. Ascoltano. Cercano di capire. I mezzi uomini sono quelle persone che non prendono mai la responsabilità diretta per le loro azioni.

Hanno paura, pensano solo ai propri bisogni e desideri. Non hanno nessuna iniziativa, ma criticano quelli che sanno agire. Sono negativi e cercano di far cadere gli altri che stanno lavorando per il bene. Invece di dare sostegno agli altri, si tirano fuori. Gli ominicchi sono quelli che vivono nell’ombra e sono sempre pronti a sfruttare gli errori degli altri. Si tratta di quelli che non decidono per se stessi, ma prendono ordini dai padroni. Non possono mai essere leader, perché non sanno come condurre o essere un esempio per gli altri.

Non esitano a tradire i loro amici, al fine di salvare se stessi. Per avere solo un po’ di potere sono disposti a vendere la propria dignità. Quaquaquà è un termine con il significato di persona particolarmente loquace, ma priva di capacità effettive, per questo ritenuta scarsamente affidabile. Nel gergo mafioso il termine “quaquaraquà” è anche usato come sinonimo di “delatore”. Questi uomini sono i più pericolosi, perché la loro cultura e istruzione li rende impermeabili al rispetto degli altri e al loro ambiente.

Sono arroganti, prepotenti, e lacchè della mafia. Non prendono la responsabilità delle loro azioni. Si arricchiscono sulle spalle degli altri, imponendo le proprie idee e la volontà agli altri. Non danno l’esempio, invece agiscono spinti dalla paura e dalla corruzione. Parlano molto, con poca azione benefica. Mi chiedo chi  e quanti siano oggi gli uomini politici che appartengono alla prima definizione delle cinque categorie, gli “Uomini“, secondo Leonardo Sciascia.  Uomini e Ideali che, laddove ci fossero, verrebbero ostacolati  dalla moltitudine dei così detti politici che della politica hanno fatto mestiere, contratto a tempo indeterminato.

I pigliainculo”. Non c’è razza peggiore. Non si rendono conto della loro pochezza, convinti d’esser grandi in virtù dei  loro annunzi di fronte a una massa rincretinita di gente in delirio. Da Wikipedia: “Si definisce politico o personalità politica, chi partecipa attivamente alla vita pubblica di uno Stato, operando le scelte necessarie alla crescita civile ed economica della propria nazione”. Contrariamente a tale definizione, nell'immaginario collettivo italiano, il politico è anche identificato come una persona che non prende deliberatamente una posizione chiara.

Viene talvolta definito un politico un individuo che evita di schierarsi in modo netto preferendo attendere l'evolvere degli eventi, al fine di non precludersi alcuna opportunità. Succede a Roma, a Palermo, come a Mazara. Però ognuno dovrebbe chiedersi in un profondo esame di coscienza : “A quale categoria di uomini appartengo”. La riflessione è d’obbligo. Salvatore Giacalone

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