Vicenda aggressione del giornalista Ippolito, dichiarazioni del sindaco di Gibellina Sutera e replica dello stesso Ippolito

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
28 Agosto 2015 14:30
Vicenda aggressione del giornalista Ippolito, dichiarazioni del sindaco di Gibellina Sutera e replica dello stesso Ippolito

Continuano le polemiche e le discussioni sulla vicenda che la notte tra il 25 e il 26 agosto ha visto il giornalista Nino Ippolito finire al Pronto soccorso di Castelvetrano per un’aggressione subìta a Gibellina.

L’addetto stampa del critico d’arte Vittorio Sgarbi, nonché ex addetto stampa del Comune di Salemi, ha infatti presentato alla stazione dei carabinieri di Gibellina una querela contro Santo “Dino” Balsamo (marito del vice sindaco di Gibellina) , accusandolo di averlo prima offeso, anche su facebook, e poi picchiato (due pugni in volto), nonché minacciato di morte. I fatti denunciati si sarebbero svolti in viale Indipendenza, a Gibellina, davanti il Bar Bonanno.

Ieri ad intervenire sulla vicenda era stato lo stesso sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera (in foto n.1) con una nota nella quale si legge: “la vicenda dell'aggressione subita da Nino Ippolito richiede una risposta chiara e senza fronzoli. La violenza, sempre ed in qualsiasi forma venga esercitata, non può essere condivisa né giustificata, va condannata senza attenuanti; non c'è alcuno spazio per motivarla e, quindi, ad Ippolito va la mia personale solidarietà e quella dell’Ente che rappresento.

L’amministrazione comunale di Gibellina –ha scritto Sutera- è una convinta sostenitrice della libertà di stampa, di pensiero, di critica e di discussione soprattutto su temi di interesse collettivo e socio-politico. Ritengo, come Sindaco e come uomo, che il giudizio sugli atti amministrativi e le eventuali inchieste giornalistiche siano un utile strumento per chi amministra: l’attività di critica è da intendersi come stimolo a operare meglio e come strumento per misurare il grado di efficacia delle scelte politiche adottate. L’amministrazione comunale non ha messo o vuole mettere il bavaglio al lavoro di nessun giornalista o di nessuna testata. L'amministratore pubblico, quando acquisisce la relativa carica, perde una fetta della sua libertà e accresce il suo carico di responsabilità; questo mi è chiaro.

Va però precisato –ha sottolineato il primo cittadino di Gibellina- che Nino Ippolito non è stato aggredito da un rappresentante delle istituzioni cittadine, né tantomeno, per quanto è dato sapere, per fatti riconducibili all'attività giornalistica dello stesso, posto che non risultano articoli o inchieste ascrivibili a Nino Ippolito sull'attività di questa amministrazione comunale. Si rifletta tutti, invece, sull'uso dei social network, evitando l’uso di pagine pubbliche per discussioni private o di scarsa rilevanza sociale.

Si deve al tempo stesso stigmatizzare, però, chi indebitamente tenta di speculare su un atto che per quanto esecrabile è da ricondurre a relazioni private e familiari. Alle strumentali e inappropriate affermazioni politiche di Rosario Fontana, inserite nella dichiarazione di solidarietà ad Ippolito, risponderemo nelle sedi istituzionali e politiche competenti”.

Alle dichiarazioni del Sindaco Sutera ha replicato lo stesso protagonista, sfortunato, della vicenda, cioè Nino Ippolito (in foto n.2) con una sua nota: “leggo una stupefacente dichiarazione del sindaco di Gibellina Salvatore Sutera in cui, dopo avermi manifestato solidarietà, egli afferma che «l'atto» (ovvero l'aggressione da me subita) è da ricondurre «a relazioni private e familiari», quasi fosse un regolamento di conti tra me e la persona che mi ha aggredito.

Com'è noto, e come gli stessi potranno facilmente confermare, non ho mai avuto né con l'aggressore né con la moglie (che è il Vice Sindaco) screzi o ragioni di risentimento.Il sindaco ignora - o fa finta di non sapere - che tutto è nato dai commenti ironici su un manifesto del Comune contenenti errori ortografici, pubblicati su una pagina Facebook da me gestita come amministratore. E dalla pretesa, da parte dell'aggressore, di «finirla» (non voglio qui riportare il florilegio di espressioni colorite utilizzate nei miei confronti) con il pubblicare commenti che facessero riferimento all'attività della moglie Vice Sindaco.Vero, qui non c'entra la mia attività giornalistica, ma più semplicemente un elementare diritto costituzionale: l'espressione del libero pensiero.

E che non è, dunque, come maldestramente vorrebbe far credere Sutera, una questione di «relazioni private e familiari», avendo, anzi, io intrattenuto fino a ieri, sia con l'aggressore che con il Vice Sindaco, rapporti cordialissimi.E', più semplicemente, un problema di civiltà, di confronto democratico, della difesa del diritto a esprimere liberamente le proprie opinioni, spesso con ironia, su fatti più io meno importanti della vita amministrativa, senza per questo subire un'aggressione fisica.

Possibile che il sindaco non si renda conto di questo ?

Sutera, tra l'altro, omette di dire, eloquentemente, che l'aggressore è stato ed è, oltre che il marito del Vice Sindaco, un militante del suo movimento politico «Gibellina Riparte».

Ignorare questi elementi, non so per distrazione o se per malafede –ha sottolineato Ippolito- può solo servire a creare confusione e a fornire al sindaco il pretesto per ridurre il tutto a «relazioni private e familiari».La libertà di espressione e il diritto di opinione e critica, non sono una faccenda «privata». Infine, riguardo all'uso dei Social, lasci giudicare ai cittadini la rilevanza o meno di quello che si pubblica o si commenta; è sorprendente che il sindaco metta in discussione l'utilizzo di uno strumento che permette invece a molti cittadini di commentare quel che accade nella propria comunità e di tenersi informato anche sulle azioni dei propri amministratori.

Scrivere che dovremmo evitare «l'uso di pagine pubbliche»-ha concluso il giornalista-  sembra più una prescrizione medica e non un invito al confronto democratico. Tuttavia, quello che, nel merito della vicenda, dovevo specificare, l'ho già fatto in una circostanziata denuncia all'Autorità Giudiziaria.

Francesco Mezzapelle

28-08-2015 16,20

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