Condannato truffatore che simulava un ufficiale dei carabinieri
L'abuso di un'autorità simulata, la menzogna come strumento per estorcere denaro e beni: queste sono le azioni che hanno portato alla condanna di un individuo che, spacciatosi per carabiniere, ha tradito la fiducia di una cittadina. Il Tribunale di Marsala ha pronunciato la sentenza di condanna mettendo fine all'operato di uno dei tanti truffatori che ha giocato sull'ingenuità e il rispetto verso le divise. La condanna di oggi rappresenta un passo fondamentale nella tutela dei cittadini e nel ripristino della legalità.
Questa è la storia di una signora vedova di 72 anni di Campobello di Mazara che vive sola in casa e che veniva contattata telefonicamente -tramite una sim card intestata a un soggetto di nazionalità georgiana- da un utente che con l’inganno si è qualificato carabiniere, asserendo che la propria figlia aveva investito un ragazzo, figlio di un assessore. Il truffatore aggiungeva ancor più particolari dettagliati sostenendo che il ragazzo era ricoverato in ospedale in condizioni critiche, e stava lottando disperatamente tra la vita e la morte.
Per fare uscire dal carcere la figlia arrestata, sarebbe stata necessaria la somma di euro 2.000 da versare a un avvocato di sua conoscenza per sistemare la vicenda. La povera vittima, non avendo contanti in casa, veniva invitata a preparare tutti i gioielli in oro, diamanti, orologi, e altro ancora in suo possesso, per consegnarli a una persona di fiducia che il carabiniere/truffatore avrebbe mandato nella sua abitazione, facendola persino contattare da un altro soggetto che si spacciava per avvocato.
Di fatto, per le numerose telefonate, avendo avuto l’utenza fissa bloccata per due ore, la signora non riusciva a contattare la figlia per avere conferma e per accertarsi dei fatti tramite qualche familiare. Sopraggiungeva così nell’abitazione della signora il finto carabiniere (in seguito identificato) con un’auto a lui intestata -ripreso dalle telecamere di videosorveglianza- facendo razzia della refurtiva del valore di almeno euro 5.000, e dandosi alla fuga. Disperata e in lacrime, la signora sporgeva denuncia.
Per i reati di truffa, usurpazione di funzioni pubbliche e sostituzione di persona (il truffatore sosteneva di essere comandante della stazione dei carabinieri di Castelvetrano), con le aggravanti per aver ingenerato un timore per un presunto pericolo, per il danno di rilevante gravità, per aver ingenerato la convinzione di aver ubbidito all’autorità, il finto carabiniere Italo Bigaroli è stato condannato dal Tribunale di Marsala, durante il corso dell’udienza che è stata celebrata venerdì 11 luglio, alla pena di anni 4 di reclusione e alla somma di euro 1.200 di multa.
In fase di indagini, durante l’interrogatorio e durante il corso delle dichiarazioni spontanee, l’imputato ha ammesso di essere l’autore del fatto asserendo di aver ricevuto “incarico” da un altro soggetto ancora per la somma di euro 500, ed essendo senza lavoro, in serie difficoltà economiche, dovendo mantenere una bimba di 5 anni, si è prestato a commettere il reato, con la contestazione in fase di requisitoria del Pubblico Ministero Ignazia Uttoveggio, che è improbabile partirsi dalla propria città distante centinaia di km dal luogo dove è stato commesso reato per la somma di euro 500.
Ha dato lettura del dispositivo di sentenza il giudice Francesca Maniscalchi.