Crisi agricola a Marsala: un settore in ginocchio tra calamità naturali e costi in aumento

Redazione Prima Pagina Marsala

Il settore agricolo di Marsala, pilastro dell'economia locale, sta affrontando una crisi senza precedenti. Gli agricoltori si trovano a lottare su più fronti: dagli effetti devastanti del clima e delle malattie delle piante, all'aumento dei costi di produzione, fino alla carenza di sostegno istituzionale. Una combinazione di fattori che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende e la tradizione vitivinicola del territorio.

Con la vendemmia appena terminata, gli agricoltori stanno tirando le somme e il quadro che emerge è preoccupante. Dopo mesi di siccità e l'attacco della peronospora, una malattia fungina che, favorita dall'umidità e dalle temperature elevate, ha decimato i vigneti, la produzione di uva è crollata drasticamente. Le stime iniziali confermano un calo che, in alcuni anni, ha raggiunto percentuali fino al 75%. Il lavoro di un anno intero non è bastato a coprire le perdite. Le criticità non solo compromettono la sostenibilità economica, ma rendono anche i raccolti insufficienti per coprire i costi di produzione.

La mancanza di adeguate infrastrutture idriche e di un piano di gestione dell'acqua aggrava ulteriormente la situazione. Oltre ai danni causati dal clima, gli agricoltori devono affrontare un costo di produzione sempre più alto. L'aumento dei prezzi per materie prime, fitofarmaci, concimi, carburante ed energia elettrica erode i margini di profitto. A ciò si aggiunge la speculazione sui prezzi dei prodotti agricoli, che spesso vengono venduti a un prezzo troppo basso per garantire un reddito dignitoso, faticando persino a recuperare l'investimento iniziale. Di fronte a questa emergenza, i sindaci delle amministrazioni locali, tra cui Massimo Grillo –sindaco di Marsala, Giacomo Anastasi –sindaco di Petrosino e rappresentante della delegazione dei sindaci del trapanese, e Salvatore Quinci –sindaco di Mazara del Vallo e Presidente del Libero Consorzio, hanno più volte chiesto un tavolo tecnico urgente alla Regione Siciliana per attuare misure immediate.

Le principali richieste includono ristori per i danni subiti, con fondi per compensare le perdite; pagamento degli aiuti in sospeso, ovvero la liquidazione immediata di misure agroambientali e bonus per il caro energia; investimenti in infrastrutture, con la realizzazione e la manutenzione di invasi e sistemi di irrigazione; un prezzo garantito per i loro prodotti, che spesso non copre i costi di produzione. La solidarietà e l'unione degli agricoltori, che hanno manifestato in un passato recente con sit-in di protesta e mobilitazioni promosse da diverse organizzazioni di categoria come CONFSAL, COPAGRI, FEDER.AGRI, FNA, CONFAGRICOLTURA, CIA e Liberi Agricoltori, sostenuti anche dai Presidenti delle Cantine, dalle amministrazioni locali, e da Mons.

Angelo Giurdanella che, presente nelle manifestazioni e comizi, non ha mai fatto mancare parole di speranza, rappresentano un grido d'allarme per un settore che ha bisogno di un sostegno immediato e concreto per sopravvivere. La crisi sta mettendo in ginocchio l'economia locale, portando a perdite di posti di lavoro e spingendo molte aziende sull'orlo del fallimento.