Da Marsala contro i colossi dell’energia: le idee “green” di Mario Ragusa.

Redazione Prima Pagina Marsala

E’ da un piccolo avamposto della Sicilia occidentale (la sede marsalese dell’Istituto regionale vini e olio) che un enologo, il 55enne Mario Ragusa, sfida, con suoi studi, compagnie petrolifere e altri colossi che operano nella produzione di energie tradizionali. In genere, assai inquinanti. ‘’Da oltre trent’anni – dice Ragusa - lavoro nel settore della ricerca enologica e negli ultimi otto mi sono dedicato allo sviluppo di processi e metodiche al fine di ottenere energia verde, elettricità, biocarburanti, calore, mediante lo sfruttamento delle biomasse residuali della lavorazione dei vigneti e delle uve e anche degli uliveti’’.

L’enologo, ennese di nascita, ma marsalese d’adozione, ha così sperimentato ‘’un additivo di origine agricola che consente di miscelare il bioetanolo al gasolio fossile per la produzione di E-Diesel, un carburante a base rinnovabile che consente la drastica riduzione, anche del 30%, del Pm10 (micidiali polveri sottili emesse dagli autoveicoli) soprattutto in ambito urbano’’. Da un lato, dunque, si abbasserebbe il livello di inquinamento atmosferico, dall’altro il comparto agricolo siciliano, in profonda crisi da oltre vent’anni, potrebbe vedere un po’ di luce in fondo al tunnel.

‘’Attualmente – continua Mario Ragusa - sto approfondendo il processo di produzione del bioetanolo di seconda generazione, ovvero utilizzando materiali ligneo-cellulosici e, di conseguenza, il bioetanolo potrà essere prodotto a partire dagli scarti agricoli e non più da materie prime alimentari. Infine, ho approfondito la bio-digestione come strumento per il trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Rsu) al fine di ottenere fertilizzanti e Bio-gas (cioè gas metano) per la produzione di energia elettrica e calore da fonte rinnovabile.

Mi sono, inoltre, qualificato nella certificazione energetica degli edifici e ritengo che questa sia la via da percorrere per ottenere un cospicuo risparmio (-30%) del consumo di energia da fonte fossile. C’è bisogno di orientarsi verso una “Green Economy”, una strada che riesca ad unire lo sviluppo ambientale con quello economico’’. Al momento, però, Mario Ragusa sembra predicare al vento. Anche perché gli interessi economici contrastati dal ricercatore scientifico dell’Irvos sono ciclopici.

Qualcosa, però, forse, comincia a muoversi. Di recente, infatti, Ragusa ha tenuto una relazione sui suoi studi al Comitato economico e sociale dell’Ue (foto) e le sue idee, pare, stanno iniziando a far breccia. Anche se, naturalmente, gli interessi in gioco rimangono sempre notevoli.

A.P.

04/03/2016

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