Dichiarazioni del sindaco di Petrosino, e del Presidente del Consiglio Comunale sul maxi-sequestro effettuato dalla Procura di Marsala
In merito al maxi-sequestro effettuato dalla Procura di Marsala all’imprenditore Michele LicataIl il sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Alla luce dell'operazione del maxi-sequestro di svariati milioni nei confronti dell'imprenditore Michele Licata esprimo, a nome mio personale, dell’amministrazione e di tutta la cittadinanza di Petrosino, piena soddisfazione per il lavoro svolto dalla Procura e dalle forze dell’ordine nell’affermazione della legalità.In questi anni è noto a tutti l'impegno di questa amministrazione e avevamo fin da subito combattuto un sistema fatto di abusi, prepotenze e non rispetto delle regole che ha beneficiato della compiacenza di troppi.
Per questo abbiamo spesso ricevuto attacchi anche feroci.La notizia di oggi è la conferma che siamo sempre stati dalla parte giusta e continueremo, a qualunque costo, a batterci per la legalità.Il mio pensiero è ora rivolto ai lavoratori e mi impegno a collaborare con le istituzioni e il curatore dei beni sequestrati per tutelare i posti di lavoro.Ora chiedo a tutti di riflettere sul fatto che in questa terra il vero sviluppo si può avere solo quando c’è rispetto della legge, delle istituzioni, dell’ambiente e delle persone.
Non hanno futuro gli investimenti fatti con furbizia e senza scrupoli”.
Il Presidente del Consiglio Comunale Francesco Zichittella dichiara: “ Esprimo il mio plauso alla Procura di Marsala e alle Forze dell’Ordine che hanno svolto le indagini. Tutte le istituzioni devono, ora più che mai, stare tutte dalla stessa parte e collaborare per la legalità e la salvaguardia dei posti di lavoro.
Ricordiamo infatti che all’esito di complesse attività di polizia economico-finanziaria coordinate dalla Procuradella Repubblica di Marsala, il Nucleo di Polizia Tributaria di Trapani e l’aliquota Guardia di Finanza della Sezione di Polizia giudiziaria presso la procura di Marsala hanno proceduto al sequestro preventivo di società, beni e disponibilità finanziarie per circa 100 milioni di euro.
Il provvedimento di sequestro è stato adottato nell’ambito di un’indagine per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato in cui risultano indagate 13 persone.
In particolare, è stato rilevato che una holding operante nel settore turistico-alberghiero era ricorsa all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (oltre 20 milioni di euro) al fine evadere le imposte e di ottenere finanziamenti pubblici non spettanti (fondo europeo per lo sviluppo regionale) per oltre 6,5 milioni di euro che, in tal modo, sono stati distratti allo sviluppo del territorio e della sana imprenditoria con evidente distorsione del particolare settore economico di riferimento (lussuose sale ricevimento, ristoranti, piscine e centri benessere).I fatti di reato messi a nudo dall'indagine sono apparsi di straordinaria gravità sia alla luce del lungo arco temporale nel quale sono stati commessi e reiterati, sia in ragione dell'imponente quantità di risorse che gli autori della frode hanno sottratto alla fiscalità generale e allo scopo al quale dovevano tendere.
Per tali ragioni è stato emesso un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato:- ad aggredire quei beni e disponibilità finanziarie illecitamente accumulate pari al valore delle imposte evase e al valore degli illeciti finanziamenti percepiti (oltre 13 milioni di euro);- ad evitare un concreto pericolo di reiterazione e aggravamento del reato, sottraendo l’intero compendio aziendale (per un valore di circa 87 milioni di euro) alla gestione dei suoi amministratori.In particolare i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, unitamente ai colleghi della aliquota Guardia di finanza della Sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura di Marsala.
hanno sottoposto a sequestro, affidando il tutto ad un amministratore giudiziario, i seguenti beni:- le quote sociali e i compendi aziendali di quattro società di capitali operanti nei comuni di Marsala e di Petrosino (244 terreni, 52 fabbricati, 13 automezzi e 24 conti correnti) per un valore, come detto, di circa 87 milioni di euro;- titoli e disponibilità finanziarie, riconducibili agli indagati, per circa 5 milioni di euro;- beni immobili e quote societarie, riconducibili agli indagati, per circa 8 milioni di euro.L’attività di polizia economico-finanziaria svolta evidenzia la capacità della Guardia di finanza in sinergia con l’Autorità giudiziaria di contrastare, in maniera trasversale, fenomeni della specie, che ostacolano la crescita e il libero funzionamento del mercato, favorendo la leale concorrenza tra le imprese, il corretto impiego delle risorse pubbliche e contrastando l’evasione fiscale.
22/04/2015
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