Il doppio volto della Sicilia, Delia Buglisi: musica, talento e ombre siciliane
Mentre le luci della ribalta di X Factor illuminano il talento di Delia Buglisi, portandola in semifinale come orgoglio della sua terra, la città di Paternò (Catania) vive uno dei suoi momenti più bui: lo scioglimento del Consiglio comunale per presunte infiltrazioni mafiose. Deliberato dal Consiglio dei Ministri il 20 novembre 2025, questo provvedimento rappresenta una ferita profonda, un'umiliazione istituzionale che espone in modo drammatico il doppio volto della Sicilia – una terra capace di generare al contempo sublime bellezza e gravi criticità.
Delia Buglisi, ventiseienne originaria di Paternò, è l'incarnazione della Sicilia che resiste e che eccelle. La sua voce potente e la sua interpretazione matura a X Factor sono diventate un simbolo positivo per la sua comunità. Tuttavia, il suo percorso artistico è profondamente segnato dalle stesse problematiche che affliggono la sua città: la mafia, il malaffare e l'endemica disoccupazione che costringono troppi giovani a lasciare l'Isola.
Il suo inedito, "Sicilia Bedda", è il manifesto di questo conflitto interiore. Il brano è dedicato a chi, pur amando profondamente la Sicilia, è stato costretto a lasciarla per necessità. È l'espressione della "sicilitudine": quel sentimento dolceamaro di un legame che non si spezza, anche se la vita ti porta lontano.
Il dilemma dell'addio in "Sicilia Bedda" (estratto): Suli ventu mari a genti c’arridi cu mu fa fari a gghiriminni senza turnari cu mu fa fari, Sicilia bedda
Traduzione: Sole, vento, mare La gente che ride, chi me lo fa fare ad andarmene senza tornare, chi me lo fa fare, Sicilia bella
La canzone rivela la difficoltà di saltare "oltre questo muro d’acqua e sale", un confine che protegge la bellezza, ma racchiude anche le difficoltà che rendono la partenza necessaria. Delia, pur sapendo che la vita la porterà lontano, canta la sua volontà di restare e, idealmente, dà voce a tutti i giovani costretti a scegliere l'esilio economico e morale.
Il successo di Delia Buglisi si scontra con la dura realtà amministrativa: lo scioglimento del Comune per mafia. Questa decisione, che affida la gestione dell'ente a una Commissione straordinaria per diciotto mesi, getta Paternò in una delle sue pagine più buie. La notizia delle presunte infiltrazioni mafiose e del coinvolgimento in voto di scambio non è solo un atto burocratico, ma una macchia indelebile e un'umiliazione che ferisce la dignità di una comunità che si definisce onesta e operosa.
Questo evento istituzionale è l'opposto speculare della narrazione di Delia: dove l'artista mostra la forza del talento e dell'identità culturale, lo scioglimento espone la fragilità politica e la persistenza della criminalità organizzata.
La contemporaneità di questi due eventi è l'allegoria perfetta dell'Isola: una terra di contrasti violenti. Da una parte, c'è l'eccellenza, il talento e la capacità emotiva di un'artista che usa la propria voce per celebrare e, al contempo, interrogare le proprie radici. Dall'altra, c'è il peso storico e criminale che compromette la correttezza amministrativa e rallenta lo sviluppo, costringendo i giovani a fare le valigie.
Delia Buglisi, attraverso la sua musica, incarna la speranza di un riscatto e la possibilità di rialzare la testa con orgoglio. Il suo successo diventa un monito e un desiderio di luce. La sua voce risuona più forte in un momento di grande ombra per Paternò, trasformando la sua performance in un atto di amore e resistenza per tutti coloro che, nonostante tutto, si chiedono: Cu mu fa fari a gghiriminni? (Chi me lo fa fare ad andarmene?).
L'inedito presentato a X Factor:
https://www.facebook.com/reel/1556457095371752
Suli ventu mari
A genti c’arridi cu mu fa fari A gghiriminni senza turnari Cu mu fa fari, Sicilia bedda
Sole, vento, mare La gente che ride, chi me lo fa fare ad Andarmene senza tornare Chi me lo fa fare, Sicilia bella
Si pinsassi ca nu vasu di n’atra città Iancu lariu ca nan tingi, n’teni virità Lu me cori trubbuliatu, do fumu malandatu Ca vo scappari e ddocu resta Ci pruvai già a zumpari oltr’a stu muru d’acqua e sale C’allinghi la realtà della mia terra
Se pensassi che un bacio di un’altra città Bianco, brutto, che non macchia, non ha verità Il mio cuore turbato, dal fumo malandato Che vuole scappare e lì restare Ci ho già provato a saltare oltre questo muro d’acqua e sale Che lambisce la realtà della mia terra