Marsala, Caso di presunta “malasanità” e medico legale accusato di “falsa perizia”

Redazione Prima Pagina Marsala

Un medico legale dell’Asp 6 di Palermo, Ivana Porcelli, di 50 anni, specialista in oncologia, è stato iscritto dalla Procura di Marsala sul registro degli indagati con l’ipotesi di reato di “falsa perizia”. L’indagine scaturisce dalla denuncia presentata dal 32enne archeologo marsalese Antonino Bertolino contro un medico del Pronto soccorso dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala, Angelo Tumbarello, di 60 anni.

Al medico, comunque non ancora iscritto sul registro degli indagati, si rimprovera di non aver diagnosticato, nonostante i sintomi, un caso di leucemia. La dottoressa Porcelli, invece, nominata consulente tecnico d’ufficio dal Tribunale nella causa civile intentata dall’archeologo contro l’Asp per la “errata diagnosi”, è accusata da Bertolino di avere cambiato diametralmente opinione, nella perizia consegnata al magistrato, rispetto a quanto avrebbe detto, dopo averlo visitato, alla presenza del padre e del medico di parte.

Antonino Bertolino afferma che in quell’occasione (settembre 2014) la Porcelli manifestò il proprio “stupore” per il mancato esame del sangue la prima volta che si recò al Pronto soccorso di Marsala (esame di “routine” che avrebbe consentito di scoprire subito che il giovane, come accertato successivamente, era ammalato di leucemia mieloide acuta”), giudicando riprovevole sul piano penale, civile e deontologico il ritardo nella diagnosi. Ritardo che avrebbe aumentato il rischio di morte. Nella perizia depositata alcuni mesi fa, però, il medico legale Porcelli addebita l’errata diagnosi al Bertolino, che avrebbe “descritto male” la sua sintomatologia.

La vicenda ha avuto inizio il 25 aprile 2012, quando Antonino Bertolino (assistito legalmente dall’avvocato Vincenzo Forti) arrivò al Pronto soccorso di Marsala accusando forti dolori al fianco sinistro, al torace, vomito, diarrea, febbre alta e tumefazioni ai piedi, sintomi tipici della leucemia, ma il dottor Tumbarello, senza disporre un esame del sangue, diagnosticò una colica addominale e diarrea, prescrivendo una visita urologia. Quattro giorni dopo, però, aggravatesi le sue condizioni, un altro medico del Pronto soccorso, Vincenzo Maniscalco, analizzando i sintomi e disponendo l’esame del sangue, diagnosticò una “sospetta leucemia acuta”, disponendo l’immediato ricovero all’ospedale “Cervello” di Palermo, dove la diagnosi fu confermata.

P.A.

02-09-2015 9,30

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