In occasione della festa di Santa Lucia la benedizione dei cellulari
Perché benedire i cellulari? E perché farlo con l’intercessione di Santa Lucia? A Marsala nella parrocchia di San Matteo, all’interno dei festeggiamenti in onore della santa vergine e martire Lucia, - martedì 12 al termine della Veglia animata dai giovani - verranno benedetti i cellulari: un oggetto che oggi tutti possiedono (anziani, adulti, giovani e perfino bambini) e soprattutto - proprio tutti – tenuto sempre in tasca e spesso sempre tra le mani e sotto i propri occhi.
Ecco i motivi di questa scelta che ha portato il giovane parroco don Alessandro Palermo, specializzato in comunicazione pastorale, a dare la benedizione del Signore anche su questi dispositivi.
1. Innanzitutto è opportuno ricordare cosa significa benedire: “benedire” significa “dire bene” di Dio, “dire bene” di tutto ciò che Dio ha creato, proferire-mandare-segnare con il nome di Dio l’umanità, il creato e tutto ciò che ha a che fare con l’uomo e la sua vita. In poche parole significa: fare entrare Dio nella vita, aprirGli la porta affinché rinnovi le cose con la Sua presenza. Il cristiano deve benedire sempre, guai invece a chi maledice (anche le cose…).2.
Nella Chiesa Cattolica esiste un libro liturgico: il Benedizionale. Questo libro, frutto del Concilio Vaticano II, contiene diverse benedizioni su persone e anche su oggetti e luoghi (case, negozi, laboratori). Una sezione particolare (parete II, sezione II) è rivolta agli impianti e agli strumenti tecnologici. Tra questi oggetti ci sono i mezzi di comunicazione. Perché? Perché la Chiesa Cattolica ha avuto sempre passione e attenzione verso tutto quello che riguarda la comunicazione.
[cfr. Alessandro Palermo, La Chiesa Mediale, Paoline, 2016].3. I cellulari: cosa sono, a cosa servono e come vengono usati? Sono degli oggetti, dei dispositivi tecnologici, con cui gli esseri umani entrano in comunicazioni tra di loro. Aiutano l’uomo a comunicare. Con l’avvento di Internet e dei social media e con lo sviluppo tecnologico, i cellulari sono diventati anche strumenti che ci permettono di fare tante cose. Oltre che comunicare, con il proprio smartphone fotografiamo e registriamo esperienze, relazioni, eventi, etc.
Vengono usati soprattutto per accedere al proprio profilo digitale, perché tutti oggi possiedono un profilo social media. Il bisogno di condividere un post, una foto o una qualche esperienza sul proprio social network c’ha condotti a tenere sempre in mano il proprio cellulare, a portarlo sempre in tasca e a rincorrere e visualizzare l’ultima notifica arrivata. Un oggetto, quindi, per molti considerato importante e soprattutto un oggetto che teniamo sempre attaccato a noi.L’unica lacuna sapete qual è? Che in pochissimi conoscono veramente i limiti e i rischi di questo dispositivo e del suo uso.
Sono in pochi, oggi, (soprattutto gli adulti) ad avere una competenza digitale, a fare di un buon uso del proprio cellulare. Manca, a tutti i livelli, un’educazione mediale, una formazione a come usare bene il proprio smartphone. Nessuno ne parla, sono rarissime le scuole o le realtà educative che ne parlano. La società è “drogata” dal cellulare e allo stesso tempo non è interessata a capire come bisogna usarlo. Ecco perché una benedizione può fare bene, non al cellulare ma a chi lo usa.4.
Abbiamo tutti veramente bisogno di cominciare a “dire bene” anche del nostro cellulare per il nostro bene e per il bene di chi ci sta accanto, spesso messo in ombra proprio perché stiamo troppo “rivolti con gli occhi” al nostro dispositivo.Pertanto, benedire il cellulare significa sollecitare gli utenti – con l’aiuto di Dio - a “dire” e a “fare” un buon uso del proprio smartphone. Il problema non l’oggetto ma è il soggetto, cioè l’uomo e la donna che ancora oggi (2017) continuano a considerare con molta superficialità i limiti e le potenzialità di questi dispositivi.
Nella Chiesa si benedice di tutto, proprio di tutto. Quindi, perché non benedire l’oggetto più caro alla società odierna? A Marsala, nella parrocchia più antica, lo si farà con l’intercessione della santa protettrice della vista.5. Gli occhi e lo sguardo vanno educati, protetti, salvaguardati anche quando guardiamo lo schermo del nostro cellulare. Non è solo una questione di salute (stare troppo con gli occhi fissi su uno schermo può fare male) è anche una questione morale.
Cosa guardo? Cosa mi piace guardare? Cosa desidero quando guardo una persona, una sua foto o un suo pensiero? Si può anche peccare con lo sguardo.
Per concludere… cosa c’entra Santa Lucia? Oggi viviamo immersi e ci muoviamo dentro una rivoluzione digitale, un’era in cui il senso della vista viene esaltato a tutti i livelli. I contenuti visuali (immagini e video) sono quelli più efficaci per comunicare e per far riflettere le persone (anche per evangelizzare). Lucia, già invocata per la protezione della vista e degli occhi, può diventare una speciale guida per un uso corretto dei media digitali. Occorre, infatti, assumere uno sguardo educato che ci permette di fare un uso corretto e positivo dei nostri smartphone e tablet. Ecco perché, io, gli voglio benedire.
(Comunicato Stampa)
05/12/2017
{fshare}