Marsala, minacce e danneggiamenti dopo rottura con la ex
Si è celebrata oggi 3 novembre presso il Tribunale di Marsala, un'udienza in un processo per minacce e danneggiamenti, scaturito dalla reazione violenta di un imputato in seguito alla fine della relazione con la sua ex compagna.Davanti al Giudice Massimiliano Alagna, con la pubblica accusa rappresentata dal Pubblico Ministero Francesca Torre, il marsalese è accusato di una serie di gravi atti intimidatori e danneggiamenti, intrapresi dopo che la persona offesa aveva reso pubblica sui social media una fotografia che la ritraeva con l'attuale compagno.La persona offesa, assistita dall'avvocato Giuseppina Giacalone, ha ripercorso in aula gli episodi di quello che sembrerebbe un vero e proprio incubo.
Uno dei momenti più drammatici descritti è stato l'episodio in cui l'imputato l'avrebbe seguita a bordo di un motociclo mentre lei era in auto. La donna, guardando nello specchietto retrovisore, avrebbe visto l'ex compagno con un oggetto che, a suo dire, molto probabilmente era una pistola, mentre lui proferiva la frase "ora ti ammazzo".
Nonostante l'imputato fosse sottoposto a misure restrittive con il braccialetto elettronico, le minacce non sono cessate. La persona offesa ha testimoniato di aver vissuto in uno stato di costante terrore, al punto da temere di uscire di casa. La situazione è precipitata una sera, quando l'uomo si è recato sotto l'abitazione della donna urlando: "il regalo a tua madre l'ho fatto, scendi che ti ammazzo". Quando le Forze dell'Ordine sono intervenute, hanno constatato che due pneumatici dell'auto della madre della persona offesa erano stati perforati.
Un altro episodio di estrema violenza ha visto l'imputato sfondare il portone di ingresso dell'edificio e, salito nell'abitazione, fracassare il portone di casa; urla, pugni – forse inferti con un tirapugni e la presenza di sangue, non riuscendo a entrare nell'abitazione, eventi che hanno richiesto l'intervento della Scientifica. In quella circostanza, l'imputato avrebbe urlato minacce di morte al nuovo compagno della donna intimando alla persona offesa di tornare con lui.L'azione persecutoria si è estesa anche alla diffamazione pubblica: l'imputato, sempre secondo quanto riferito dalla donna in aula, ha scritto su un muro del quartiere le generalità della donna, asserendo che fosse una prostituta. Le minacce non hanno risparmiato la madre della persona offesa, il compagno di lei e persino il marito della madre.
Tale clima di terrore ha portato all'isolamento sociale della donna, "allontanata da tutti per paura". La denuncia iniziale da parte della persona offesa risale al 3 gennaio 2025. Successivamente, anche la madre ha sporto denuncia per il danneggiamento della propria auto, e persino il compagno attuale ha denunciato l'imputato per aver danneggiato la sua vettura.
È emerso inoltre che l'imputato si è fatto restituire tutti i regali fatti, inclusa la restituzione forzata di un telefono che la donna utilizzava a suo nome. Questo gesto, inizialmente motivato dalla promessa di non farsi più sentire, non ha avuto alcun seguito, e le minacce sono continuate.La difesa dell'imputato, rappresentata dall'avvocato Nicola Gaudino, ha messo in discussione la credibilità di alcuni passaggi del racconto della persona offesa. L'avvocato Gaudino ha sollevato dei dubbi sul periodo di convivenza tra i due e ha contestato la capacità di riconoscimento dell'imputato da parte della persona offesa durante l'episodio in moto, chiedendole se ricordasse se l'uomo avesse il casco.
Inoltre, la difesa ha evidenziato presunte discrepanze nelle dichiarazioni rese in precedenza alla Procura, in particolare riguardo alla presenza dei due figli minorenni della donna durante gli episodi di minacce. Inizialmente, la persona offesa avrebbe dichiarato che i figli dormivano; poi che uno solo era sveglio; e infine che la figlia si era svegliata in seguito alle urla. Contestato anche il fatto che la donna abbia sentito degli spari ma non li abbia visti materialmente, e che non abbia assistito in prima persona all'atto di foratura delle gomme dell'auto della madre.