Marsala, "Non esiste la Dc senza i democristiani": le parole del dott. Messina del Centro Studi Universitari Pirandello

Redazione Prima Pagina Marsala

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota inviata da Francesco Messina. Ecco quanto si legge: Finita la Dc e steso un sincero silenzio verso tutti coloro che, maldestramente e con un pizzico di tenerezza, pensano di riproporla nell’attuale contesto politico italiano, resta aperta una domanda. E cioè, ma chi tenta, elegantemente, di imitare oggi il comportamento, la prassi e la politica dei “democristiani” che ruolo e che futuro potranno avere? Perché in questa singolare categoria non ci sono soltanto alcuni settori nostalgici o di chi usa strumentalmente quel marchio per ritagliarsi uno spazio di potere personale e cercare disperatamente di strappare qualche seggio parlamentare. In effetti, e come da copione, prosperano personaggi in cerca d’autore e, soprattutto, leader politici di primo piano che riscoprono tardivamente e misteriosamente una curiosa vocazione democristiana.

Lo leggiamo quotidianamente su molti organi di informazione e lo ascoltiamo, quasi conincredulità, nei diversi e svariati convegni sulla presunta eredità politica e culturale dellaDemocrazia Cristiana. Dunque, ormai è un fatto abbastanza condiviso. E cioè, la Dc non torna più perché la Dc, per dirla è stata un “fatto storico” e pertanto è una pratica politicamente archiviata. Con altrettanta chiarezza, forse va detto che tutti gli innumerevoli e nuovo seguaci aspiranti democristiani hanno poco senso e poco spazio politico senza quel contenitore politico, culturale, programmatico ed organizzativo che si chiamava semplicemente Democrazia Cristiana.

La vera Democrazia Cristiana è stato senz’altro un grande partito, una grande esperienza sociale e politica che ha messo insieme più generazioni di persone in ogni remoto angolo dell’Italia, conquistandosi per cinquant’anni un consenso che andava da un terzo a quasi la metà degli italiani. Un partito di ispirazione cristiana, ma capace di autonomia rispetto alla Chiesa e alle sue autorità; un partito a lungo identificato con lo Stato, e quindi dotato di un suo sistema di potere, ma anche capace di manovrare in modo competente e responsabile le leve dell’amministrazione e del governo; un partito di mediazione sociale tra le classi, i ceti, i territori, le periferie italiane; un partito plurale, capace di sintesi e di compromessi tra le sue correnti interne, con una flessibilità tale da non subire praticamente scissioni fino all’ultimo giorno della sua vita.

Questa è la vera DC. In sintesi, non esiste la Dc senza i democristiani ma, soprattutto e semplicemente, non esistono idemocristiani senza la Dc.