Ponte sullo Stretto, dagli elefanti dei Romani alla bocciatura della Corte dei Conti

Redazione Prima Pagina Marsala

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina ha una storia lunghissima, che affonda le radici nell'antichità, ben prima degli studi moderni. La prima e unica impresa di collegamento stabile e funzionale dello Stretto, seppur temporaneo, risale ai Romani nel 251 a.C., in piena Prima Guerra Punica. A guidarla fu il console Lucio Cecilio Metello che, dopo la vittoria sui Cartaginesi a Palermo, dovette far attraversare alla sua armata un ingente bottino di elefanti da guerra catturati. Per consentire il trasporto di questi imponenti pachidermi verso il continente, i Romani realizzarono un ponte di barche o zattere, un'opera d'ingegneria militare che dimostrava la necessità strategica di superare quel braccio di mare.

L'idea moderna di collegare stabilmente la Sicilia al continente prese forma nel XX secolo, con l'avvio dei primi studi di fattibilità negli anni '60 e '70, che portarono alla costituzione della Società Stretto di Messina S.p.A. Il progetto si focalizzò sull'opzione del ponte sospeso a campata unica, un'opera che, per le sfide sismiche e dimensionali, sarebbe stata un record mondiale. Dopo un'approvazione politica significativa nel 2006, il progetto subì un'interruzione drastica nel 2012 con la liquidazione della società e la rescissione dei contratti, che generarono notevoli contenziosi. Il progetto è stato poi rilanciato con forza nel 2023 dal Governo attuale, con la riattivazione della Società Stretto di Messina e il riavvio dell'iter per l'approvazione del progetto definitivo, aggiornato e stimato in circa 13,5 miliardi di euro, che ha ricevuto il via libera del CIPESS.

Tuttavia, il percorso è nuovamente in salita a causa del controllo di legittimità esercitato dalla Corte dei Conti sulla Delibera del CIPESS. La prima analisi dei giudici contabili non ha sciolto i dubbi, bloccando di fatto la registrazione della delibera e chiedendo chiarimenti. Il rinvio, pur non incidendo sul termine ultimo del 7 novembre per il completamento della procedura, ha messo in luce criticità rilevanti. I giudici hanno riscontrato che la documentazione allegata al dossier è insufficiente a chiarire questioni cruciali sul piano tecnico, ambientale e procedurale.

In particolare, mancano l'attestazione del coinvolgimento di una commissione ambientale per valutare i rischi sulla biodiversità, e sono state sollevate questioni procedurali riguardanti l'assenza di bandi di gara per alcuni fornitori. La Corte ha inoltre richiesto prove documentali che confermino il rispetto della soglia limite di aumento dei costi (che non dovrebbe superare il 50% del valore iniziale) rispetto al progetto originale. Il Governo, pur considerando l'opera strategica, ha suscitato critiche includendo parte dei costi nell'aumento della spesa militare (la cosiddetta "contabilità creativa"), causando perplessità anche a livello internazionale.

L'intero dossier attende ora la decisione del collegio centrale della Corte dei Conti, che si riunirà a breve, il 29 ottobre 2025, per esprimere una valutazione definitiva. In questo passaggio il collegio dovrà decidere se registrare l'atto, consentendo l'avanzamento dell'iter esecutivo, o restituirlo al Governo, confermando i dubbi di legittimità. Fino a quella data, la delibera resta sospesa. L’Amministratore Delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, si è detto fiducioso di poter fornire rapidamente tutti gli approfondimenti richiesti.