Processo a carico di "Spider-man", escussi Maresciallo e Brigadiere
Presieduta dal giudice Francesco Parrinello, si è celebrata davanti al Tribunale di Marsala, udienza nel processo a carico di G.I. accusato di una serie di reati, dalle minacce, stalking, lesioni, violenza privata, fino all’incendio doloso di veicoli, scaturiti dalla denuncia dell'ex compagna R.C. -assistita dall'avv. Matilde Mattozzi. Il quadro indiziario che ha portato l'uomo sul banco degli imputati, è stato ricostruito in aula attraverso le testimonianze dove veniva rappresentato come la fine della relazione sia degenerata in una spirale di minacce, gelosia ossessiva e infine nell’incendio di veicoli. A rappresentare l'accusa, è il Pubblico Ministero Ignazia Uttoveggio.
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L'udienza di oggi si è concentrata sull’escussione del Brigadiere e del Maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Castelvetrano, i cui accertamenti hanno permesso di identificare i responsabili. Il Maresciallo, in particolare, ha illustrato come i filmati di videosorveglianza abbiano fornito i riscontri. Le telecamere, che ha definito nitide e dotate di audio chiaro, hanno immortalato l'arrivo di due soggetti travisati, a bordo di una Ford Fiesta (intestata a un amico dell'imputato). I due scendono dall'auto, versano del liquido infiammabile da un bidone e danno fuoco ai mezzi utilizzando un foglio di carta, confermando quanto asserito sia dalla persona offesa che dagli stretti familiari.
Uno dei due, di corporatura più robusta, indossava un passamontagna nero, mentre l'altro, di corporatura più esile, sfoggiava un mantello rosso, una maschera/cappuccio rossa raffigurante Spider-man e delle Nike Air Max nere. Il Maresciallo ha ribadito il dettaglio probatorio, in teoria, più incriminante: nell’audio, il complice si rivolge all’altro chiamandolo per nome, "GXXX (nome dell'imputato, n.d.A.), mettilo dentro la macchina", riferendosi molto probabilmente, a detta del Maresciallo, al bidone contente il liquido infiammabile.
A supporto, il militare ha confermato il sequestro delle Air Max nere di numero 42, ben visibili nel video, e di una Ford Fiesta identificata e sequestrata perché compatibile con il modello che transitava insistentemente nei luoghi dell’incendio. A ulteriore riscontro, è stato trovato il mantello rosso a casa di uno degli amici dell'imputato, e i militari hanno citato foto dell'imputato con gli amici intercettati, i quali in una ambientale discutevano su un presunto pagamento per l'azione delittuosa.
Il Brigadiere, ha asserito di aver escusso a sommarie informazioni la persona offesa, e proceduto con le perquisizioni, sequestrando un paio di scarpe nere Nike Air Max di taglia 42 nell'abitazione dell'odierno imputato, che vive con i genitori e la sorella. Tuttavia, incalzato dall’avvocato Ignazio Cardinale, legale della difesa dell'imputato, non ha saputo fornire una spiegazione esaustiva sul criterio di attribuzione di tali scarpe all'imputato. Il Brigadiere ha concluso riferendo di non aver rinvenuto gli abiti in maschera e di aver trovato l’imputato sereno e collaborativo.