Via Spinuzza, la violenza non si ferma: nuova rissa dove morì Paolo Taormina

Redazione Prima Pagina Marsala

Via Spinuzza, a Palermo, torna a essere teatro di violenza e degrado. Proprio nella stessa strada dove recentemente, il giovane barman Paolo Taormina, 20 anni, ha perso tragicamente la vita, ucciso con un colpo di pistola alla testa da un aggressore durante una lite, è scoppiata una nuova violenta rissa che ha richiesto l'intervento in forze delle autorità.

L'episodio si è verificato nel corso dei controlli ordinari della "movida". Una ventina di giovani, tutti stranieri, si sono scontrati in una violenta colluttazione. All'arrivo degli agenti della Polizia Municipale, la maggior parte dei partecipanti ha tentato la fuga. Nel caos generale, un agente è stato scaraventato a terra con violenza da uno dei giovani che cercava di sottrarsi al controllo, rovinando al suolo, sebbene fortunatamente non abbia riportato lesioni gravi.

Solo grazie al pronto intervento di pattuglie di rinforzo di Carabinieri e Polizia è stato possibile riportare la calma. Le forze dell'ordine sono riuscite a bloccare due dei partecipanti: si tratta di due ragazzi marocchini, di 22 e 27 anni, entrambi già noti alle autorità per precedenti specifici. I due sono stati denunciati in stato di libertà per rissa.

Paolo Taormina: un sacrificio inutile?

La gravità di quanto accaduto va oltre il singolo episodio di cronaca. Il fatto che una violenza di tale portata si sia manifestata nuovamente proprio in via Spinuzza riaccende il faro sulla persistente emergenza sicurezza in quella che dovrebbe essere una zona di svago e socialità.

La rissa di ieri è la drammatica conferma che, a distanza di tempo, la morte di Paolo Taormina – il cui caso aveva scosso profondamente l'opinione pubblica e le istituzioni, promettendo un giro di vite sui controlli – non sembra aver prodotto un cambiamento strutturale. Il giovane barman, vittima innocente della follia e della criminalità, è morto in quel luogo, eppure nulla sembra essere cambiato.

Il sacrificio di una vita umana, quella di un ragazzo di 20 anni stroncato da una pistola per un futile motivo, pare non essere stato sufficiente a imporre un freno duraturo al degrado e alla violenza che continuano a dominare le notti del centro. Ogni nuova rissa, ogni atto di teppismo, in quel preciso angolo di città, suona come un amaro schiaffo alla memoria di Paolo e come una sconfitta per le promesse di sicurezza fatte ai cittadini. La paura e il senso di impunità, anziché recedere, continuano a marciare, incuranti del dolore che hanno già provocato.