(VIDEO) Marsala, nesso tra droga, mafia e incendi: svelato un sistema criminale articolato

Redazione Prima Pagina Marsala

Una vasta e incisiva indagine condotta dalla Polizia di Stato di Trapani ha portato alla luce e smantellato una rete capillare di traffico di stupefacenti a Marsala e nelle aree limitrofe, rivelando stretti collegamenti con la criminalità organizzata, compresa l'influenza della malavita calabrese. L'operazione ha permesso di individuare e neutralizzare tre centrali operative che gestivano l'intera filiera della droga, dall'approvvigionamento alla distribuzione.

Il sistema criminale aveva strutturato le sue operazioni su tre punti nevralgici. La prima base era situata in una zona rurale, precisamente in Contrada Ciavolo, e faceva capo a un anziano allevatore di 70 anni, ora detenuto, il quale si serviva di pusher alle sue dipendenze per smerciare cocaina. L'uomo non gestiva solo la droga, ma nascondeva anche un vero e proprio arsenale tra manufatti e arbusti, composto da due revolver calibro 38 e una pistola semiautomatica con matricola abrasa.

Il secondo crocevia fondamentale per lo spaccio e per gli incontri con esponenti criminali locali era una pescheria in Contrada Amabilina. Questa attività era formalmente gestita da un pregiudicato di Marsala, attualmente agli arresti domiciliari, che la utilizzava come copertura. Oltre al traffico di stupefacenti, il gestore è risultato coinvolto in gravi atti intimidatori, come l'incendio doloso del bar "Frency Cafè" nel gennaio 2022. Questo attacco punitivo era scattato in ritorsione per il rifiuto del titolare del locale di assumerlo. L'azione fu materialmente eseguita non dal boss, ma da un consumatore di droga che era stato costretto ad agire per conto del gruppo.

La terza base operativa, localizzata in un appartamento in Via Angileri, ha evidenziato il legame con la criminalità extraregionale: era infatti collegata a un gruppo riconducibile alla mala-vita calabrese. Da qui, giovani pusher gestivano l'importazione di cocaina direttamente dalla Locride, destinata poi alla distribuzione nelle piazze di spaccio di Marsala e nelle aree limitrofe.

L'indagine ha dunque svelato un sistema estremamente organizzato e pericoloso sul territorio marsalese, che era capace di gestire l'intera filiera criminale: dall'approvvigionamento e la distribuzione di droga all'esecuzione di azioni intimidatorie e violente, coinvolgendo anche consumatori e familiari per rafforzare il controllo e l'autorità del gruppo.