La prevenzione può attendere. Una contrad- dizione in termini, ma tant’è. Perché quando mancano le risorse, finanziarie e di conseguenza umane, i pazienti devono aspettare. E se nell’attesa il loro quadro clinico dovesse peggiorare, pazienza. Non ci sono grandi alternative. Il problema sta investendo un gran numero di pazienti coinvolte nella campagna di screening avviata da tempo dall’Asp per la prevenzione del cervico-carcinoma grazie alla lettura dei Pap-test, che permette di diagnosticare in fase precoce le lesioni precancerose.
Una situazione delicata, dunque, finora portata avanti con scrupolo e attenzione dai medici dei presidi interessati, tra cui i Consultori di riferimento che poi, a seconda delle necessità, dirottano le pazienti alla Cittadella della Salute (in foto n.2) di Trapani per gli ulteriori esami specifici richiesti per le indagini accurate.
Da qualche tempo, invece, è in atto un black-out, a seguito del quale donne che hanno effettuato il pap test nel mese di novembre, ad esempio, non sono ancora in possesso dell’esito, e donne che, invece, dovrebbero fare adesso il nuovo esame, secondo quanto prescritto e raccomandato sei mesi fa (data entro la quale va ripetuto se la situazione deve necessariamente restare sotto controllo) e non hanno la possibilità di effettuarlo perché comunque non avrebbero l’esito a breve. O meglio: i medici possono anche procedere con i prelievi, ma viene meno la cretezza di ricevere il referto dopo un mese circa, come invece accadeva prima, permettendo alla prevenzione di agire e svolgersi regolarmente.
Un’anomalia che va letta come una responsabilità forte che l’Asp deve assumersi, dal momento che rallenta – di fatto interrompendo – il normale svolgimento dell’iter di monitoraggio e l’attenzione dovuta a un problema delicato come quello legato alla prevenzione dei tumori dell’apparato riproduttivo femminile. Avviare una campagna di screening e consentire, a causa del mancato rinnovo dei contratti al personale necessario, di interrompere l’analisi dei referti e la loro consegna, vuol dire creare confusione e smarrimento nelle pazienti, perdere di vista i casi più urgenti e quelli che, semplicemente, vanno seguiti con regolarità, proprio in nome dell’importanza dei controlli periodici che non vanno trascurati.
Vuol dire, in sintesi, pur in presenza di difficoltà oggettive, risparmiare sulla salute dei cittadini. Una risposta l’Azienda Sanitaria Provinciale ce l’ha, e la fornisce, mentre anticipa che il problema a breve verrà risolto. L’Asp, infatti, fa sapere che “lo scorso 31 ottobre sono scaduti due contratti a tempo determinato dei citologi che effettuavano l’attività di screening per la prevenzione del cervico-carcinoma e la lettura dei Pap-test.
La sola dirigente biologa in servizio ha, quindi, dovuto rallentare l’attività e, considerando i circa 1.700 Pap test solo nello scorso ottobre, questo ha causato un incremento dei ritardi per i risultati. L’azienda ha nel frattempo espletato una selezione per titoli e colloquio, a tempo determinato, per dirigenti biologi per il centro lettura Pap test. La graduatoria, dalla validità triennale, è stata approvata con delibera del direttore generale dell’ASP lo scorso 9 febbraio, che l’ha data in esecuzione per gli adempimenti relativi”. L’utenza resta, quindi, in attesa di provvedimenti urgenti provando a conservare la fiducia nelle istituzioni sanitarie. Fino a ieri, intanto, al Consultorio di contrada Bosco a Marsala, non è stato possibile sottoporsi al Pap test, salvo poi attendere per la consegna dei referti i mesi necessari a smaltire l’arretrato.
Jana Cardinale
11-03-2015 16,30
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