PANTELLERIA – Processo ai carabinieri di Pantelleria accusati di “mano pesante”, chieste sette condanne

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
10 Novembre 2015 09:20
PANTELLERIA – Processo ai carabinieri di Pantelleria accusati di “mano pesante”, chieste sette condanne

Sette condanne sono state chieste dal pm Antonella Trainito nel processo ai carabinieri “violenti” (almeno secondo l’accusa) di Pantelleria. Mano pesante ci sarebbe stata su persone fermate per controlli. I fatti sono del 2011.

Alla sbarra, per omessa denuncia, anche il capitano Dario Solito, ex comandante della Compagnia di Marsala. Omessa denuncia, favoreggiamento e violenza privata (per aver convinto una vittima a non denunciare) è contestata al maresciallo Giuseppe Liccardi, che all’epoca dei fatti era comandante della stazione di Pantelleria. Le violenze vengono, invece, contestate al maresciallo Claudio Milito, nonché a Luca Salerno, Lorenzo Bellanova, Rocco De Santis e Stefano Ferrante.

La pena più severa (sette anni di carcere) è stata invocata per Milito. Quattro anni e mezzo, poi, sono stati chiesti per il maresciallo Liccardi, tre anni e mezzo per Salerno, tre anni per Bellanova, due anni e mezzo per De Santis, un anno e 8 mesi per Ferrante, 8 mesi per Solito. Il pm Trainito ha parlato di persone “pestate a sangue” e chiuse a chiave in cella senza alcuna ragione giuridica.

Per questo è stato contestato anche il sequestro di persona. Le accuse a vario titolo contestate sono lesioni, falso in verbalizzazioni, omissione di atti d’ufficio e di denuncia e favoreggiamento. L’indagine, condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, fu avviata a seguito della denuncia di un marsalese, Vito Sammartano, 43 anni, cuoco, che d’estate si trasferisce a Pantelleria per motivi di lavoro. ‘’Sono stato fermato ad un posto di blocco e condotto in caserma verso le 4 del mattino – ha raccontato Sammartano - e dopo l’alcoltest, a cui sono risultato positivo, seppur di poco, sono stato massacrato di botte’’.

Nel corso dell’inchiesta, poi, sono emersi anche altri episodi dello stesso genere, tanto che la Procura diretta da Alberto Di Pisa ha individuato diverse altri “parti lese”. Sia il cuoco marsalese che Barbera furono denunciati dai carabinieri per guida in stato di ebbrezza alcolica, ma entrambi sono stati assolti dal Tribunale di Marsala. E queste sentenze sono state prodotte da uno dei legali di parte civile, l’avvocato Gaetano Di Bartolo. Altro legale di parte civile, per Giacomo Brignone, è Leo Genna.

Nel maggio 2014, il capo della sezione di delle Fiamme Gialle della Procura, Antonio Lubrano, parlò di una relazione di servizio di Stefano Ferrante relativa alla notte del 10 luglio 2011 che “non fu subito esibita alla Procura, ma solo dopo una seconda richiesta a seguito di quanto intuìto da una conversazione telefonica intercettata tra il maresciallo Liccardi e il capitano Solito in cui si paventava il racconto di quanto accaduto quella notte”.

L’investigatore raccontò, poi, di una relazione di Liccardi su Milito nella quale si potevano intravedere “estremi di reato” e di una “nota di biasimo” per lo stesso sottufficiale. “Individuammo altre vittime – ha concluso Lubrano – ma avevano paura di parlare”.

A.P.

10/11/2015

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