Una richiesta di patteggiamento, avanzata dall’avvocato Leo Genna per la 42enne colombiana Espitia Nydia Yolanda Moya, è stato il primo atto del processo, in Tribunale, a Marsala, a due delle quattro persone coinvolte nell’operazione antiprostituzione “Squillo”, portata a termine dai carabinieri di Marsala nel novembre 2013.
Per la donna sudamericana l’avvocato Genna ha chiesto la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione e 2 mila euro di multa, condizionandola alla sospensione della pena. Sulla richiesta, il Tribunale (presidente del collegio: Sergio Gulotta) si pronuncerà il 30 settembre. Con la Moya è imputato anche il 70enne marsalese Salvatore Brugnone.
Le altre due persone coinvolte nell’indagine hanno già scelto vie giudiziarie diverse. Il 35enne Leonardo Petterico ha chiesto il processo con il rito abbreviato, mentre un’altra colombiana, Sandra Tatiana Ordinez Giraldo, di 44 anni, ha patteggiato ed è stata condannata a 10 mesi di reclusione e a una multa di 1800 euro (pena sospesa). A condurre l’inchiesta, con appostamenti, pedinamenti e intercettazioni, sono stati i carabinieri della stazione di Petrosino, d’intesa con i commilitoni di Mazara e Genova.
I fatti contestati vanno dalla fine del 2008 al 2009. Gli investigatori hanno scoperto che le prostitute, molte sudamericane, cercavano il contatto con clienti con inserzioni pubblicitarie su giornali a tiratura regionale, fornendo il proprio numero di telefono e il luogo dove incontrarsi. Inizialmente, in una villetta di contrada Fossarunza, la zona delle più affollate spiagge marsalesi. Poi, dopo che la “casa chiusa” fu individuata dai carabinieri, in altri edifici della periferia meno frequentate. Per una prestazione sessuale il prezzo richiesto pare fosse di 70 euro.
Francesco Mezzapelle
07-07-2015 9,45
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