Crisi idrica nel Belice: denuncia di Faraone sulla gestione dell'invaso Garcia
Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, ha annunciato di aver presentato in data odierna, 4 dicembre 2025, una denuncia-querela presso la Procura di Termini Imerese riguardante la gestione dell'invaso Garcia nella Valle del Belice, sostenendo che tale gestione sia responsabile di una crisi idrica di proporzioni mai viste.
Faraone ha voluto sottoporre all'attenzione dei magistrati una serie di fatti e omissioni che, a suo dire, hanno causato l'emergenza idrica. A seguito di un sopralluogo effettuato il 24 novembre, il vicepresidente di Italia Viva ha riscontrato specifiche negligenze: la mancata manutenzione del letto del fiume Belice, che risulta tuttora ostruito da detriti e fango; la decisione definita imprudente e negligente di svuotare l'invaso per fini irrigui, nonostante le riserve idriche fossero effettivamente scarse; l'esecuzione di lavori che hanno favorito il deflusso dell'acqua verso il mare anziché verso l'invaso, in quanto svolti a valle e non a monte del fiume; e una presunta sovrastima delle riserve idriche disponibili.
Secondo Faraone, questa catena di errori ha provocato conseguenze estremamente serie per circa 50mila cittadini e agricoltori della zona, costretti a subire il razionamento idrico.
Egli attribuisce la responsabilità di questa situazione critica interamente alla Regione, accusandola di aver lasciato la popolazione senza acqua e di non avere una soluzione efficace. Le misure attualmente in fase di studio per uscire dall'emergenza — come il trasferimento di acqua dal lago Arancio, il ricorso a pozzi nel Trapanese o l'attivazione del nuovo dissalatore di Trapani — vengono ritenute da Faraone tardive, troppo costose e inadeguate. Per queste ragioni, il vicepresidente di Italia Viva ha chiesto formalmente alla magistratura di Termini Imerese di accertare eventuali responsabilità penali relative alla gestione sia dell'invaso che del corso del fiume Belice.