La Commissione Antimafia apre indagine sul terremoto giudiziario di "appalti truccati"
L'inquietante "terremoto giudiziario" scuote i palazzi della Regione Siciliana, riportando drammaticamente alla luce l'ombra lunga della corruzione e del malaffare negli appalti pubblici. Le recenti indagini sui presunti appalti truccati, che hanno toccato ambienti politici e amministrativi e hanno coinvolto, con un dettaglio agghiacciante, anche un carabiniere accusato di aver avvertito l'ex governatore Totò Cuffaro delle indagini a suo carico, hanno riacceso i riflettori su un sistema di potere che, lungi dall'essere debellato, sembrava essersi solo temporaneamente sopito. Di fronte a questo scenario, la Commissione Antimafia ha subito alzato la voce, annunciando la volontà di intervenire con urgenza.
Sulla vicenda è intervenuto con parole nette il Presidente della Commissione Antimafia, Antonello Cracolici, annunciando che non appena gli atti dell'inchiesta saranno trasmessi, la Commissione avvierà una propria indagine. Ma la denuncia di Cracolici non si limita al mero fatto di cronaca giudiziaria. Con franchezza, ha evidenziato un dato incontrovertibile: ciò che emerge in questa Regione era già scritto. Il passato sta ogni giorno mangiando un pezzo di futuro, ha tuonato. Il Presidente ha dipinto un quadro desolante dell'attuale assetto politico e amministrativo, descrivendolo come un vero e proprio "luogo di intermediazione", dove la "pratica clientelare" è il tratto distintivo di ogni atto di governo e dove gli episodi di corruzione si moltiplicano, spesso anche per "poche migliaia di euro".
Secondo Cracolici, le indagini fin qui emerse non offrono che "un parziale spaccato di un sistema che purtroppo è molto più pervasivo e diffuso". È un cancro che investe senza distinzioni la classe politica, i funzionari pubblici, ma soprattutto una quantità sempre più crescente di "intermediari e faccendieri" che, "ammesso che ne fossero mai usciti", sono tornati a presidiare i corridoi e i gangli vitali delle strutture pubbliche, dalle aziende sanitarie alle società partecipate, dagli enti vigilati agli stessi assessorati regionali.
La vera sfida, ha insistito il presidente, non può esaurirsi nell'inseguire i singoli fatti di cronaca, facilmente ipotizzabili come i primi di una lunga serie che emergeranno nelle prossime settimane. L'allarme più grave è la rediviva influenza del "cuffarismo" come vero e proprio "metodo e sistema di governo", tornato a essere il tratto distintivo della politica attuale e a vedere come protagonisti diversi esponenti dei partiti e dell'amministrazione. Il monito è drammatico e severo: " Serve una svolta, innanzitutto tra gli elettori, ma serve anche una classe politica che possa essere da esempio e da riferimento per una rigenerazione.
Altrimenti questa nostra terra è destinata ad una marginalità sempre più crescente e alla dannazione di un passato che ogni giorno mangia un pezzo di futuro". Un severo atto d'accusa che si conclude con un giudizio lapidario sull'attuale esecutivo, ritenuto "del tutto inadeguato a determinare quella svolta di cui la Sicilia ha urgente bisogno".
La dichiarazione integrale sui social:
Non appena riceveremo gli atti dell’inchiesta avvieremo un’indagine della commissione Antimafia. Ma va detto con molta onestà che al di là delle indagini che abbiamo corruzione anche di poche migliaia di euro: è questo l’elemento caratterizzante dell’attuale stagione politica.
A ciò si aggiunge che la pratica clientelare è il tratto distintivo di ogni attività amministrativa e di governo. Le indagini fin qui emerse evidenziano solo un parziale spaccato di un sistema che purtroppo è molto più pervasivo e diffuso e che investe la classe politica oltre che funzionari pubblici, ma anche una quantità sempre più crescente di intermediari e faccendieri che sono tornati, ammesso che ne fossero mai usciti, a presidiare i corridoi delle strutture pubbliche di questa Regione, dalle aziende sanitarie alle società partecipate, agli enti vigilati dalla Regione, agli stessi assessorati. La vera sfida non è quella di inseguire soltanto i fatti di cronaca.
Purtroppo non è difficile ipotizzare che ce ne saranno tanti altri che seguiranno nelle prossime settimane. Come da tempo avevo denunciato, il ‘cuffarismo’ come metodo e sistema di governo che ha come protagonisti diversi esponenti dei partiti e dell’amministrazione pubblica, è tornato ad essere il tratto distintivo di questa fase politica. Serve una svolta, innanzitutto tra gli elettori, ma serve anche una classe politica che possa essere da esempio e da riferimento per una rigenerazione.
Altrimenti questa nostra terra è destinata ad una marginalità sempre più crescente e alla dannazione di un passato che ogni giorno mangia un pezzo di futuro. Appare evidente che questo governo è del tutto inadeguato a determinare quella svolta di cui la Sicilia ha urgente bisogno