Marsala, Madonna della Grotta, tra degrado e speranza di trovare i fondi per il restauro

Redazione Prima Pagina Marsala

E’ uno dei beni storico-monumentali più importanti della città, eppure da lungo tempo è in stato di totale abbandono.

E’ l’antica ex abbazia della Madonna della Grotta, il cui progetto di restauro non trova fondi, mentre l’area circostante, compresa tra la zona dello stadio e il cimitero, continua ad essere “terra di nessuno”.

Il verde della muffa sui muri, intrisi di un’umidità che rischia di danneggiare irreparabilmente gli antichi affreschi, è la prima cosa che salta all’occhio del visitatore che fa ingresso all’interno della chiesa realizzata nel ‘700 su progetto dell’architetto Giovanni Biagio Amico.

Una chiesa monumentale realizzata sul luogo dell’abbazia basiliana costruita nel 1098 per volere dall'ammiraglio Cristodulo, con il consenso del Gran Conte Ruggero d’Altavilla, il condottiero normanno di Mileto che scacciò gli arabi dalla Sicilia.

L’edificio sacro fu costruito in segno di ringraziamento alla Madonna per la vittoriosa guerra contro gli arabi, cacciati dall’isola dopo circa trent'anni di guerra. Dell’abbazia realizzata alla fine dell’XI secolo rimangono le cappelle, con preziosi affreschi bizantini, negli “ingrottati” laterali.

In uno di questi locali scavati nella roccia ci sono ancora ossa umane. Sul lato ovest, ingabbiato da tubi in ferro, quel che rimane (poco) dell’antico campanile normanno. Adesso, per far conoscere ai marsalesi l’antico monumento, ma anche nel tentativo di riportare i problemi della struttura all’attenzione generale, il direttore del Museo archeologico regionale Lilybeo, Enrico Caruso, ha deciso di aprire l’antica chiesa ogni prima domenica del mese.

Si è cominciato con quella di Ognisanti. Una visita di due ore (11-13) alla “scoperta” del monumento sul tema “Santi d’Oriente e d’Occidente nel complesso basiliano di Santa Maria della Grotta”. All’appello hanno risposto numerosi marsalesi. Anche se non tantissimi. Enrico Caruso, oltre ad annunciare “l’apertura al pubblico ogni prima domenica del mese”, afferma inoltre che saranno nuovamente chiesti i fondi necessari per il restauro, il cui progetto “dovrà essere rifatto perché, nel frattempo, la situazione è peggiorata”.

Per i fondi si cercherà di accedere a quelli della nuova programmazione europea 2014-2020.

 

A.P.

08/01/2016

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