Marsala, Vittorio Sgarbi assolto dalle accuse di “omissione di lavori in edifici che minacciano rovina” e “omesso collocamento di segnali o ripari”
Accogliendo la richiesta dello stesso pm (il vpo Angela Cardella), il giudice monocratico di Marsala Matteo Giacalone ha assolto dalle accuse di “omissione di lavori in edifici che minacciano rovina” e “omesso collocamento di segnali o ripari” l’ex sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi.
E con il vulcanico critico d’arte sono stati assolti anche un tecnico dello stesso Comune, l’ingegnere Giuseppe Placenza, capo del settore manutenzioni e protezione civile, e altre tre persone (Calogero Russo, Girolama Caruso e Francesco Ferrauti) proprietarie di vecchi immobili abbandonati.
Il procedimento penale era scaturito da una serie di relazioni dei vigili del fuoco di Trapani sulla base delle quali, nel 2011, la Procura di Marsala dispose, per pericolo di crolli, il sequestro preventivo d'urgenza di alcuni immobili, in parte di privati cittadini e in parte del Comune di Salemi, nel quartiere arabo del “Rabato”. Alcuni immobili facevano parte del cosiddetto progetto “case a 1 euro” ideato dall’amministrazione Sgarbi, ma non decollato. La maggior parte dei vecchi immobili che minacciano rovina (alcune parti sono già crollate a causa delle infiltrazioni di acqua piovana nel triennio dell’amministrazione Sgarbi) sono state abbandonate dopo il terremoto del 1968.
“Tutti sanno, anche le pietre – dichiarò Sgarbi dopo l’avvio del procedimento - che da sindaco ho cercato di preservare la città da scempi e devastazioni, contro costruttori rampanti e speculatori. E’ davvero sorprendente che si chieda a me conto di 40 anni di abbandono e incuria del centro storico di Salemi”. “E se non sono più sindaco – continuò Sgarbi - la ragione non è certo la barzelletta di una mafia che non esiste e che si sono inventati pur di vivere nei loro ruoli di professionisti dell'antimafia, ma la mia opposizione, tra le tante, agli affaristi delle energie rinnovabili che godono oltre che di ingenti finanziamenti anche di molte complicità istituzionali, ad ogni livello, come le inchieste della magistratura hanno dimostrato.
L'indagine non va fatta contro chi si è battuto per salvare le millenarie pietre del centro storico, ma nei confronti di chi sogna nuove betoniere cariche di cemento”. A difendere Vittorio Sgarbi è stato l’avvocato nisseno Giovanni Di Giovanni.
A.P.
12-01-2016 9,00
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