Processo Hydra, dopo "Scarface", anche il pentito Bellusci accusa la super cupola

Redazione Prima Pagina Marsala

L'inchiesta Hydra, che punta a smantellare la federazione tra le diverse anime della criminalità organizzata in Lombardia, segna un nuovo punto a favore dell'accusa. Dopo il terremoto provocato dalle confessioni di William Alfonso Cerbo, l'esponente del clan catanese dei Mazzei noto come Scarface, un nuovo collaboratore di giustizia ha deciso di parlare con i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Si tratta di Francesco Bellusci, soprannominato occhi celesti, la cui scelta di cooperare aggiunge dettagli fondamentali a un quadro investigativo già estremamente pesante.

Le dichiarazioni di Bellusci si saldano perfettamente con quanto già rivelato da Cerbo. Se Scarface aveva aperto la strada descrivendo il ruolo di raccordo dei clan siciliani e la gestione di affari milionari sotto l'influenza del mandamento di Castelvetrano, Bellusci entra nel merito della struttura operativa e militare. Il nuovo pentito ha confermato che il sistema mafioso milanese non ha nulla da invidiare per ferocia e organizzazione a quelli tradizionali del Sud, descrivendo un'alleanza in cui Cosa Nostra, Camorra e 'Ndrangheta operano come un'unica entità economica e strategica.

Bellusci ha raccontato ai pubblici ministeri Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane di essere stato un uomo di fiducia all'interno della locale di Legnano-Lonate Pozzolo sin dal 2007. La sua testimonianza chiarisce come l'unione tra le cosche fosse stata sancita ufficialmente nella primavera del 2022. Nonostante gli investigatori stessero già monitorando alcuni sospettati, i vertici dell'organizzazione erano stati avvertiti della presenza di microspie in alcuni terreni abitualmente frequentati. Per questo motivo, il summit decisivo tra i boss sarebbe stato spostato in un capannone a Cassano Magnago, dove i rappresentanti dei diversi gruppi si sarebbero giurati fedeltà diventando compari d'anelli.

Un elemento centrale che unisce le versioni dei due pentiti è il legame diretto con Matteo Messina Denaro. Cerbo aveva già delineato come l'intera rete agisse all'ombra del boss trapanese, citando anche il ruolo di parenti stretti di quest'ultimo tra gli imputati. Bellusci rincara la dose, affermando che una parte dei profitti finiva direttamente nelle tasche del latitante di Castelvetrano. Durante incontri riservati tra i capi del consorzio lombardo, sarebbe emerso chiaramente come Iddu fosse il garante e l'ispiratore della super cupola, mantenendo contatti costanti attraverso figure di intermediazione.

Oltre ai grandi flussi finanziari e alle strategie di vertice, Bellusci ha fornito indicazioni concrete sulla potenza di fuoco del gruppo. Ha indicato agli inquirenti l'esistenza di un covo di armi nascosto in un'officina di Buscate, dove il proprietario fungeva da copertura logistica per le attività dei clan. Queste nuove rivelazioni arrivano in un momento cruciale del processo, mentre la Procura ha già avanzato richieste di condanna per un totale di quasi seicento anni di reclusione per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

La collaborazione incrociata di figure come Scarface e Bellusci sta permettendo alla magistratura di ricostruire non solo i singoli reati, ma l'intero progetto di colonizzazione criminale del Nord Italia. Le rivelazioni di Bellusci confermano che la direzione strategica del sistema Hydra affondava le radici nella tradizione siciliana di Castelvetrano, proiettando però i propri interessi su tutto il tessuto economico lombardo attraverso un'alleanza tra cosche senza precedenti.

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