La Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano ha concluso la sua requisitoria nel maxi processo con rito abbreviato denominato "Hydra", che vede imputate 78 persone accusate (146 in totale tra abbreviato e ordinario) di far parte di un "sistema mafioso lombardo" nato da una presunta "alleanza" tra affiliati di Cosa Nostra, 'Ndrangheta e Camorra per la gestione di "affari" nel Nord Italia. Il Procuratore Marcello Viola e i PM Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane hanno chiesto un totale di 570 anni di reclusione, con 75 condanne formulate, tra cui spiccano le richieste di 20 anni per Filippo Crea e per Giuseppe Fidanzati.
All'inizio dei loro interventi, i Pubblici Ministeri avevano evidenziato la gravità della situazione, affermando davanti al GUP Emanuele Mancini che il contesto mafioso milanese non è differente da quello calabrese. Il procedimento 'Hydra' è scaturito dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo; a carico delle altre posizioni (circa una sessantina) si procederà con il rito ordinario in udienza preliminare, mentre altre ancora puntano ai patteggiamenti. È importante notare che, a causa delle minacce ricevute in relazione a queste indagini, al procuratore Viola e alla pm Cerreti era stata rafforzata la scorta nei mesi scorsi.
Le prossime udienze del procedimento sono già fissate per il 17 e il 28 novembre.
Per comprendere appieno la portata dell'accusa, si fa riferimento al ruolo del collaboratore di giustizia Vincenzo Bonomo, noto con il soprannome di "Scarface".
Ne avevamo parlato qui:
https://www.primapaginamarsala.it/processo-hydra-l...
Bonomo, un ex esponente della mafia palermitana, è considerato un testimone chiave nell'inchiesta 'Hydra' poiché le sue testimonianze hanno fornito riscontri sui legami tra il sodalizio criminale lombardo e i clan siciliani di Cosa Nostra. In particolare, "Scarface" ha svelato l'esistenza di un asse criminale che, oltre a coinvolgere 'Ndrangheta e Camorra, aveva importanti referenti diretti a Castelvetrano, paese d'origine di Matteo Messina Denaro e fulcro storico degli interessi e della rete di protezione del latitante.
Le rivelazioni di Bonomo hanno contribuito a delineare la figura di Giuseppe Fidanzati (tra i destinatari della richiesta di condanna a 20 anni) come un vero e proprio ponte tra il "sistema mafioso lombardo" e Cosa Nostra siciliana. Fidanzati, figlio del noto boss Gaetano, è infatti accusato di aver agito come intermediario di spicco, gestendo traffico di stupefacenti e riciclaggio, e mantenendo saldi i collegamenti tra i gruppi criminali al Nord e le potenti famiglie legate a Castelvetrano.
La deposizione di "Scarface" ha confermato che gli affari gestiti in Lombardia avevano profonde e ben definite radici operative con le cosche siciliane.