Sappusi e la piccola rivoluzione fiorita. Salvatore Inguì: «la signora Maria, i giovani e i volontari per cambiare volto al quartiere popolare»

Redazione Prima Pagina Marsala

Un orto pubblico, un’aiuola spartitraffico fiorita, l’impegno dei giovani, l’educazione al rispetto del bene comune: forse è questa la ricetta “magica” per cambiare il volto ad un quartiere popolare spesso alla ribalta per cause meno lusinghiere come, ad esempio, l’indiscriminato abbandono di rifiuti. https://www.primapaginamarsala.it/la-discarica-abusiva-di-sappusi-aperta-a-tutti-linquietante-rivelazione-di-un-passante/ Per fortuna c’è chi non ci sta e, con piccoli ma significativi gesti, ha scelto di ribellarsi, di porre le basi per una cosiddetta “rivoluzione fiorita”, iniziando a seminare fiori e ortaggi come risposta ai sacchetti di plastica colmi di spazzatura abbandonati in molte, troppe aree del quartiere.

Salvatore Inguì, Referente provinciale di Libera, da anni figura trainante di un quartiere con tanti problemi “sociali”, ci ha raccontato il piccolo ma significativo “miracolo di Primavera” che sta avvenendo a Sappusi. Tutto ebbe inizio quando una residente del quartiere, la signora Maria, scese in strada con un paio di piantine fiorite e abbellì lo spartitraffico della via Omero, la strada in cui c’è il Centro Sociale diretto da Inguì e da quel momento, è stato un susseguirsi di buone iniziative.

«Il centro sociale del quartiere Sappusi è una struttura messa a disposizione dal Comune e che è data in gestione al Centro per la Giustizia Minorile di Palermo. Da tantissimi anni, è lì ubicato l’ufficio di Servizio Sociale per i minorenni che opera nel quartiere in sinergia con una serie di attività attraverso Associazioni tra cui Libera, Amici del Terzo Mondo, Archè, l’associazione teatrale Tamè e tante altre realtà associative che possono venire nel centro sociale se hanno bisogno di un luogo dove incontrarsi, fare attività e promuovere iniziative anche, ma non solo, per il quartiere.

Nelle ultime settimane, a causa della pandemia che non consente assembramenti all’interno dell’edificio ma che consente di fare attività per piccoli gruppi, stiamo incentivando delle azioni che riguardano anche l’abbellimento del quartiere, tentando così di educare noi stessi alla cura del bene comune soprattutto in uno spazio che spesso diventa ricettacolo di rifiuti. Diversi posti del quartiere, infatti, sono vere discariche a cielo aperto». Salvatore Inguì ha posto l’accento anche sull’importanza del benessere fisico che passa imprescindibilmente dall’attività fisica e da un corretto regime alimentare.

Di questo importante messaggio “sportivo” si occupa una delle volontarie di Libera. «Roberta Maggio, istruttrice di tennis ed esperta in attività motorie e sportive, da alcune settimane si adopera con un gruppo di donne del quartiere in attività di benessere fisico che vanno dall’attività sportiva vera e propria alla cura dell’alimentazione. Con queste donne, Roberta Maggio, ha avviato un’attività di piantumazione di fiori e piante nelle aiuole spartitraffico di via Omero. Qui, in questi giorni, sono state piantate decine di piante e altre ne verranno collocate.

Protagoniste sono le donne, in modo particolare la signora Maria che ha dato l’avvio a questa iniziativa. Un giorno è scesa in strada e ha dato vita a un giardinetto pubblico curando specificatamente un pezzettino dello spartitraffico della via Omero. Da quel momento si sono aggiunte altre donne e altre persone del quartiere, nonché il personale di Polizia Penitenziaria dell’ufficio di Servizio Sociale». Ma non solo: questo, così come racconta Inguì è stato l’inizio di un virtuoso circolo “verde”.

«Parallelamente all’interno del recinto del centro sociale altre persone tra cui alcuni residenti del quartiere tra cui Luciano Rosas e Gianpiero De Vita, hanno svolto un’attività di pulizia e bonifica di un terreno al fine di costruire un orto che verrà gestito insieme a ragazzi dell’Area Penale seguiti dal servizio sociale, ragazzi del quartiere ragazzi di Libera e di altre associazioni per insegnare l’arte dell’ortocoltura e il tenere pulito il bene comune. L’esperienza dell’orto con l’installazione del sistema idrico per innaffiare le piante è un tassello di un percorso che ci sta vedendo impegnati nella educazione dei ragazzi all’ambiente al rispetto e alla cura del bene comune per una riqualificazione a tutto tondo del quartiere Sappusi».

Tanto è stato fatto e tanto ancora è necessario compiere. La bellezza salverà il mondo, così come affermò il principe Miškin ne “L'Idiota” di Fëdor Dostoevskij, è più che una citazione, è la speranza dei giusti.