Una mafia intraprendente e silenziosa, pronta a infiltrarsi nei settori leciti
“Negli ultimi nove mesi, nella provincia trapanese, ci sono state 70 interdittive, questa è la spia di un sistema capace di infiltrarsi e intrattenere relazioni”.
Lo ha detto oggi il presidente della Commissione regionale antimafia, Antonello Cracolici, incontrando la stampa nei saloni di rappresentanza della Prefettura di Trapani, a conclusione di una prima riunione con il prefetto Daniela Lupo e i vertici delle forze dell’ordine della provincia.
“Una mafia intraprendente ma silenziosa, pronta a infiltrarsi nell’economia legale”, è il quadro che emerge dalla tappa a Trapani della commissione regionale antimafia.
Antonello Cracolici ha sottolineato le specificità di cosa nostra nel territorio: “Cosa nostra qui resiste e persiste, a prescindere dalla fine di Matteo Messina Denaro, e continua ad avere quella caratteristica peculiare di intraprendenza, una vera riserva economica in settori come il turismo, la trasformazione agricola, la logistica, mantenendo quella predisposizione imprenditoriale storicamente avuta in tanti ambiti, come quello energetico. La quantità di interdittive – ha detto Cracolici – ci dice comunque che qui la mafia ha il fiato sul collo”.
Sugli equilibri interni a cosa nostra trapanese il presidente Cracolici ha aggiunto: “I mandamenti operativi qui sono 4 e non ci risulta che siano andati in ferie o si siano messi a riposo. C'è stato un tentativo di ricambio della vecchia famiglia mafiosa ad Alcamo, colpita dalle operazioni degli inquirenti, tentativo bloccato, ma questo fa parte delle dinamiche e della storia di cosa nostra”. Una specificità che connota la mafia trapanese: “Ha bisogno di essere estremamente silenziosa – ha concluso Cracolici – tanto da non far sentire neanche l'idea di fare rumore con le armi”.
Ecco cosa hanno dichiarato il presidente della Commissione regionale antimafia e il Prefetto di Trapani.