Immigrazione, sentenza a favore del Comune di Petrosino. Oggi soltanto si scopre il “business dei migranti” favorito dalle “lobby del terzo settore”

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
31 Luglio 2018 09:58
Immigrazione, sentenza a favore del Comune di Petrosino. Oggi soltanto si scopre il “business dei migranti” favorito dalle “lobby del terzo settore”

Il Giudice Francesco Paolo Pizzo della Sezione Civile del Tribunale di Marsala ha accolto l’opposizione del Comune di Petrosino contro un decreto ingiuntivo da parte della Sole Società Cooperativa Sociale Onlus condannata pure a pagare le spese legali ed interessi di mora, circa 20.000 euro. A darne notizia e a raccontare quanto accaduto è stato lo stesso sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone (in foto n.2), attraverso la sua pagina facebook. Ecco cosa ha scritto Giacalone: “Qualche anno fa vennero a trovarmi dei rappresentanti della Cooperativa Sole per informarmi che avevano preso in affitto dei locali a Petrosino per ospitare minori immigrati e che poi avrebbero chiesto al Comune di pagare la bellezza di oltre 70 euro al giorno per ognuno dei loro ospiti.

Così, con prepotenza: senza limiti e senza alcun controllo da parte nostra. Risposi immediatamente che loro potevano decidere di fare quello che volevano ma il Comune non avrebbe mai pagato un centesimo. Dopo qualche anno abbiamo scoperto che questa cooperativa era legata a Norino Fratello, ex parlamentare della Regione Sicilia e recentemente arrestato proprio per i suoi traffici irregolari con il business degli immigrati. Ma oltre a lui c’erano anche Michele Licata (immancabile!) ed il suo consuocero Cordaro, oggi consigliere comunale a Marsala.

Presentarono una fattura di oltre 180mila euro al Comune di Petrosino e noi ci siamo opposti con tutte le nostre energie perché sapevamo che non c’era niente di regolare in quella pretesa. Ieri il Tribunale di Marsala ha dato ragione a noi. E non solo non riceveranno un bel niente ma sono stati pure condannati a pagare circa 20 mila euro tra spese legali e interessi di mora. Questa storia serva a tutti per capire che sui servizi sociali non si scherza e non permetteremo mai di speculare su immigrati, bambini, disabili e chiunque abbia bisogno di aiuto.

Dobbiamo stare con gli occhi aperti, controllare, leggere sempre tutti i documenti e seguire che le procedure siano rispettate minuziosamente. Altrimenti facciamo danni, danni grossi a chi ha bisogno e a tutta la comunità. Buongiorno e un saluto immensamente gioioso alla politica locale che rimane sempre in silenzio. E pure a quelli che poi mi dicono che la prepotenza e la mafia si devono combattere solo con il cuore (che romantici!) e niente chiacchiere. A voi che non ci mettete mai alcun coraggio vi regalo un’altra battaglia vinta con i fatti e con le azioni concrete!” Concordiamo con il sindaco Giacalone che su certe battaglie non bisogna solo metterci il cuore, spesso non basta, bisogna anche adottare atti concreti e metterci la faccia.

La nostra redazione ha più volte stigmatizzato l’intero sistema dell’accoglienza migranti nell’ex Provincia di Trapani. Questo sistema ha avuto il suo apice nel 2016, nel cuore del Governo di Matteo Renzi.  Quell’anno –secondo dati numerici acquisiti- il fenomeno si configurava nella maniera seguente: Circa 3.000 i richiedenti asilo ospiti nelle strutture della provincia di Trapani. Un giro di affari di circa 60.000 euro al giorno. Gli immigrati, prendono dai 32 ai 35 euro al giorno, e circa 500 minori, per cui la cifra lievita a 80 euro al giorno che vanno alle cooperative.

Dati quasi ufficiali raccontano che questo “giro” abbia portato in Provincia più di 500 nuovi posti di lavoro. Si capisce perché nessuno vuole restarne fuori. Gli immigrati vennero ospitati in strutture riconvertite in centri accoglienza al fine di far fronte alla “crisi”, probabilmente indotta (vedi anche alcuni spot governativi -dei quali soltanto adesso si è venuti a conoscenza- fatti circolare nei Paesi africani per incentivare l’emigrazione): hotel, case di riposo, ma anche immobili confiscati alla mafia in mano ad associazioni e cooperative che fiutarono l’affare.

Un affare da milioni di euro che muove tanti interessi;  infatti diversi Comuni, anche governati dalla destra, cominciarono qualche anno prima a sentire la necessità di potere rimpinguare le proprie casse attraverso il business dei migranti. La Procura di Trapani iniziò però a far luce, ad indagare, a trovare affinità con il sistema di Mafia Capitale. Un caso “esemplare” è quello dell’imprenditore marsalese Michele Licata, destinatario di un sequestro da 127 milioni di euro, proprietario delle maggiori strutture ricettive della provincia, indagato per abusivismo edilizio, truffa allo stato, evasione fiscali, riciclaggio.

La Prefettura di Trapani decise l’affidamento alle associazioni attraverso un bando, e non direttamente come avveniva fino a poco tempo fa. Una vera rivoluzione, per evitare alcuni casi spiacevoli. La strategia di disseminare strutture nel territorio era per fronteggiare una emergenza che stava portando al collasso i grandi centri. Più strutture sul territorio piuttosto che un grande centro con condizioni disumane. Così sono arrivati i bandi pubblici, per un affare da milioni di euro che coinvolsero circa trenta strutture in tutta la provincia.

Oggi sempre più sembra confermato quanto pensavamo, e cioè che il business dell’immigrazione risultasse alimentato da un certo mondo “politico-cooperativista” con fini elettorali, con il ricorso ad improvvisati “operatori sociali” che con i migranti in questi anni hanno fatto business e politica trovando spesso complicità negli apparati governativi e nel falso moralismo: Mafia Capitale docet! Forse la questione è più grande di quello che pensiamo e travalica i confini. Pensiamo che via sia una rete transnazionale del traffico di vite umane che ha basi sia sui luoghi di partenza ma che probabilmente è alimentata anche dal business che nel territorio italiano vede in prima linea molte organizzazioni “non profit” (si fa per dire), alcune anche nate dal nulla, o semplicemente privati che si sono reinventati operatori dell’accoglienza sapendo di poter contare giornalmente di un contributo statale.

Vi è stato, purtroppo, il rovescio della medaglia, la maggiore presenza di migranti sul nostro territorio, senza un reale progetto di una loro integrazione lavorativa e culturale, ha stimolando sentimenti di diffidenza e paura in una parte della cittadinanza. In Europa i partiti che alimentano odio razziale e sentimenti xenofobi in questi ultimi anni hanno raccolto molti consensi. Francesco Mezzapelle

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