Indennità “naia” a burocrati regionali, indagati anche Baldo Gucciardi e Paolo Ruggirello.

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
21 Gennaio 2016 13:02
Indennità “naia” a burocrati regionali, indagati anche Baldo Gucciardi e Paolo Ruggirello.

In un esposto anonimo sarebbero stati citati anche gli onorevoli Baldo Gucciardi (oggi assessore regionale alla Sanità e vice presidente della Regione) e Paolo Ruggirello (oggi deputato questore) fra i sei deputati regionali accusati di aver favorito alcuni burocrati regionali.

Sono stati tutti indagati per abuso d’ufficio: i suddetti Baldo Gucciardi e Paolo Ruggirello, Santi Formica (oggi deputato della Lista Musumeci), Francesco Cascio (oggi deputato del Ncd), Gaspare Vitrano (non più deputato) e Edoardo Leanza (non più deputato). I fatti per i quali indagati di riferiscono al dicembre 2010 quando i sei deputati in qualità di componenti dell’ufficio di presidenza dell’Ars, firmarono un atto che assegnava scatti e arretrati a una decina di dirigenti, includendo anche l’indennità relativa al servizio militare. Grazie a tale atto alcuni burocrati regionali poterono godere di un ulteriore bonus di 500 euro al mese.

Fino al 2010, le richieste dei burocrati interessati al riconoscimento del servizio militare erano state declinate: nel 1997 l’allora presidente dell’Ars Nicola Cristaldi diede parere negativo e anche il Tar respinse il ricorso. L’Ars è arrivata alla transazione a fine 2010 dopo una vertenza durata anni. L’unico a rinunciare al riconoscimento della naia fu il capo del servizio Ragioneria dell’Ars, Riccardo Anselmo. “Noi - spiega Cascio - ci attenemmo al parere di una commissione composta da una funzionaria dell’Ars e di una del Senato, che lavorò per sei mesi.

Adesso noi politici siamo gli unici a pagare. Cornuti e mazziati”.I sei deputati preparano una risposta legale adducendo motivazioni tecnico giuridiche per la loro scelta e negando che rappresenti un abuso dei loro uffici, al contrario la giusta soluzione di un contenzioso in autotutela e dunque nell’interesse dell’istituzione. Sarà l’inchiesta, ed eventualmente il processo, a stabilire chi ha ragione.

Francesco Mezzapelle

21/01/2016

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