Marsala, molestie sessuali, per don Vito Caradonna nel frattempo è arrivato il giudizio di una corte “umana”

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
29 Gennaio 2015 15:08
Marsala, molestie sessuali, per don Vito Caradonna nel frattempo è arrivato il giudizio di una corte “umana”

La Corte d'appello di Palermo ha confermato la sentenza a 2 anni di reclusione (pena però sospesa), per tentativo di violenza sessuale, a don Vito Caradonna, 40 anni, ex parroco ed ex cappellano del carcere di Marsala. Ad accusare il prete fu un uomo di 37 anni. Dopo la condanna in primo grado Caradonna fu "sospeso a divinis" dal vescovo di Mazara mons. Domenico Mogavero.

Qualche anno fa Caradonna non potendo stare a Marsala a causa del divieto di dimora fu trasferito a Santa Ninfa i cui cittadini però non presero di buon occhio la presenza del prete che, pur sospeso da amministratore parrocchiale, poteva svolgere tutte le attività che competevano al suo ministero.

Prima di prendere servizio a Santa Ninfa, il prete della parrocchia “Cristo risorto”, don Franco Caruso, informò sia il Consiglio pastorale parrocchiale che il sindaco Paolo Pellicane dell’arrivo di Caradonna. Ai cittadini però la cosa non andò giù e i malumori crebbero. Sul gruppo Facebook della città parecchi utenti non le mandarono a dire né a Caradonna né a chi ha deciso di stanziarlo a Santa Ninfa.

Parole pesanti per il sacerdote che nel frattempo si difendeva nel processo in cui imputato per tentata violenza sessuale ai danni di un ragazzo maggiorenne. Tant’è che lo stesso Caradonna intervenne su Facebook tentando di difendersi dai commenti degli utenti che sapevano di processo sommario. Prima citò l’articolo 595 del codice penale, quello sulla diffamazione: un avviso ai naviganti. Poi citò alcuni passi del Vangelo “con la misura con cui giudicate, sarete giudicati voi in cambio”.

Alla fine decise di non rispondere più: “ai posteri l’ardua sentenza” disse. E intanto nelle scorse ore per Don Vito è arrivata un’altra sentenza contro e sempre da parte della “giustizia umana”.

L’ex parroco della chiesa di San Leonardo, ha sempre respinto tutte le accuse avanzate da Paolo L.C., il ragazzo marsalese che lo portò in tribunale. Lo accusò di averlo invitato a casa e di avergli offerto un caffè con del sonnifero per poi aver tentato di violentarlo. I fatti risalgono al 2005. “Nulla di vero – ha sempre replicato la difesa di Caradonna – perchè non ha senso mettere del calmante in una sostanza di per sè eccitante come il caffè”. Per la difesa la vittima si sarebbe inventata tutto: vuole solo spillare soldi al prete. “La rettoscopia effettuata – dichiarò il legale – ha dimostrato che l’accusatore di Don Vito non ha mai subito violenza di alcun tipo”.

Ma Caradonna è inoltre indagato per appropriazione indebita, truffa e circonvenzione di incapace, da qui partì il divieto di dimora a Marsala. Secondo gli inquirenti Caradonna si sarebbe fatto dare da un ex militare in congedo con problemi psichici la somma di 70 mila euro per spenderli ai "Gratta e vinci".

Francesco Mezzapelle

29-01-2015 16,00

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