“Le rivolgo - dice - al veemente attacco della deputata pentastellata, che accusava sui social la Regione di inettitudine (in verità non la Regione, ma la sottoscritta di inettitudine e di indolenza, sbagliando non di poco, come chi mi conosce può testimoniare) mostrando le foto della Plateia Aelia, con alcuni paletti della staccionata disposti peraltro ordinatamente, sul bordo del percorso contiguo alla stessa Plateia Aelia (che il sindaco Grillo appoggiando un gruppo di cittadini interessati a raggiungere velocemente il lungomare Boeo desidererebbe prendere in gestione controllando con proprio personale i due accessi posti ai due estremi del Parco), sollecitando, in questo modo, i lettori del suo post a protestare e a chiedere se questo era il modo in cui si intendeva valorizzare il patrimonio archeologico (patrimonio che mi ostino strenuamente a voler tutelare).
Non potevo a quelle strumentali provocazioni non ribadire che l’osservato oggetto del contendere era in disordine in quanto “cantiere aperto” per lavori che il Comune stava portando avanti con risorse assegnategli dalla Regione.
Per ribattere agli attacchi che, a distanza di qualche ora continuavano - aggiunge - spostando il livello della polemica dai social alla carta stampata, ho invitato tutti, a stretto giro di posta, a venirci a trovare (cosa che puntualmente hanno fatto in tanti domenica 5 maggio, e una quarantina di questi sono stati accolti in visita didattica guidata, per meglio apprezzare gli splendidi mosaici del Parco ma anche la suggestiva grotta della Sibilla), precisando che per ritardi (mai dichiarato che sono stati causati dal Comune) la visita alla contesa Plateia Aelia sarebbe stata parzialmente interdetta e che purtroppo la stessa non sarebbe stata illuminata, come i più si potevano aspettare.
Seguivano da parte della Ciminnisi correzioni del tiro, asserendo che “con tutto il rispetto non era la scrivente il bersaglio delle critiche…”.
Con grande sorpresa, successivamente sabato 3 maggio mi sono trovata a leggere un comunicato della dirigente del Comune, dottoressa Gandolfo, in cui la stessa si affrettava a precisare che i ritardi nel Cantiere (abbandonato a se stesso, come dalla deputata evidenziato) non dipendevano dal Comune, ma anzi erano imputabili al Parco, visto che la sottoscritta con una nota del 2 aprile aveva fatto presente al Rup che alcuni elementi di novità rendevano necessaria una revisione del progetto, chiedendo la realizzazione di un muro di 86 metri. Mi trovo ancora una volta (come se non avessi cose più urgenti da fare) a rendere pubblici i fatti: nella finanziaria N 25 del 12 agosto 2024 veniva concesso un contributo finanziario di 83.300 Euro in favore del Comune di Marsala per il ripristino dei corpi illuminanti della Plateia Aelia sita nel Parco Archeologico di Lilibeo Marsala.
Con legge Regionale n. 27 del 18.11.2024, sì specificava che i Lavori di cui all’art. 40 dovevano essere avviati nell’esercizio finanziario 2024 e rendicontati entro il mese di giugno dell’anno 2025.
Il 20 febbraio, finalmente, oserei a questo punto dire, conveniva sul luogo l’impresa, accompagnata dal sindaco Grillo, dal Rup Parrinello, geometra del Comune, e da altri astanti, che venivano accolti dalla scrivente.
In data 28 febbraio perveniva al Parco la richiesta di verifica dei dati inseriti nel pannello da collocare prima dell’inizio dei lavori, e il giorno 3 del mese di marzo il Parco trasmetteva quanto richiesto, con le necessarie integrazioni, (pannello peraltro non ancora collocato).
Da allora non si è più visto nessuno sino alla fine di marzo quando l’impresa, in presenza del progettista e del Rup, prendeva atto che i lavori previsti, non ancora effettivamente iniziati, non potevano però essere eseguiti come da progetto a causa di uno smottamento del terreno, nel frattempo intervenuto, per via delle copiose piogge. Per contenere il cedimento si rendeva pertanto indispensabile, realizzare un muro alto poco più di un metro, come convenuto il giorno 1 aprile nella videocall tra il Progettista il Rup e la scrivente. Ne facevo quindi esplicita richiesta nella nota del 2 aprile menzionata dalla dirigente Gandolfo, che mi attribuisce le colpe del ritardo.
In quella nota precisavo che questo muro ormai necessario, oltre a contenere il percorso laterale alla Plateia poteva diventare il supporto di quella illuminazione bassa che nel Progetto era prevista in paletti di acciaio, i quali potevano essere eliminati.
Producevo contestualmente, per agevolare il Progettista e il Rup anche un Preventivo del suo costo, rapidamente approntato, manifestando altresì la volontà di contribuire con risorse del Parco ove le somme previste in progetto non fossero sufficienti a coprire la diversa spesa.
Da quella data l’impresa si è fatta vedere, facendo qualcosa, solamente per qualche giorno a far data dal 14 aprile.
Da allora il silenzio.
P.s. Dimenticavo di dire che nel frattempo dal 17 al 20 aprile (e non prima per la difficoltà a trovare su Mepa una ditta dotata di mezzo con cestello che avesse il Durc in regola), interrotti più volte dalla pioggia, la scrivente provvedeva a far eliminare il grande pino che sarebbe stato di ostacolo al costruendo auspicato muro e che certamente non bene faceva alla vicina antica Plateia.
Tanto per amore di verità e diritto di cronaca"
NOTA STAMPA
(FOTO D'ARCHIVIO)