Misteridicittà/Dalle cave non solo tufo e misfatti, la misticità della perriera di Strasatti ed il culto di Santo Padre delle Perriere.

Redazione Prima Pagina Marsala
Redazione Prima Pagina Marsala
20 Marzo 2016 10:28
Misteridicittà/Dalle cave non solo tufo e misfatti, la misticità della perriera di Strasatti ed il culto di Santo Padre delle Perriere.

Questa domenica vogliamo portarVi ancora una volta su un piano un po' più alto dei misteri, uno di quelli che ricollega l'uomo con uno dei principali ed eterni interrogativi. Religione e soprannaturale. Siamo nel territorio di Marsala, nella contrada di Strasatti, in quella zona che ormai è conosciuta da tutti come “Santu Patri”(Santo Padre), ma con questo appellativo non si intende ricordare sua Santità il Papa, è un modo affettuoso usato specialmente nel sud Italia per riferirsi a San Francesco da Paola.

 

Ma a sua volta il nome va a completarsi con “di li pirreri” (delle perriere) perché tale è la denominazione della contrada, vista la principale risorsa presente nel luogo dove appunto vennero a crearsi le cave per l'estrazione del tufo. San Francesco Di Paola lo si invoca per gli incendi, la sterilità e le epidemie; eletto Patrono del Regno delle sue Sicilie, Compatrono di Napoli, dei marittimi d'Italia da Papa Leone X, e della Calabria da Papa Giovanni XXIII, a Lamezia Terme in particolare è custodita una sua reliquia, un suo dito, le altre si trovano presso il santuario a Paola, fu molto presente specie nel sud Italia, dove pian piano iniziarono a formarsi gruppi di seguaci del suo ordine, quello dei Minimi.

Seguaci dell’ordine nella zona del marsalese furono presenti fin dalla seconda metà del XVI secolo, come si legge dal sito santopadredelleperriere.it. Nel 1587 ad opera di padre Giovan Vito Giacalone, di molti marsalesi e in particolare di Stefano Frisella, dei signori Giovanni Figuccia, Antonio e Vincenzo La Liotta, fu costruita la Chiesa e il Convento che dal 1596 cominciò a far parte della nuova Provincia monastica palermitana. Questa devozione venne suggellata con la nomina di Cofondatore e Protettore della città 355 anni fa, il 18 marzo del 1661.

Chi era San Francesco di Paola? Francesco Martolilla nacque a Paola il 27 marzo del 1416 e si spense a Tours il 2 aprile del 1507, chiamato così perché venuto al mondo dopo innumerevoli preghiere a San Fransesco d'Assisi, al quale i genitori promisero che se avesse guarito il figlio da un'infezione agli occhi gli avrebbero fatto indossare per un anno l'abito dell'ordine francescano. Forse per l'educazione ricevuta o per la predisposizione spirituale, ricevette la visita del Santo francescano, nonostante la sua indole, dopo l'anno promesso, volle provare altri tipi di vita consacrata, infatti intraprese la vita da eremita andando a vivere in una grotticella all'interno di un territorio della famiglia, pochi anni dopo altri si unirono a colui che ormai consideravano guida spirituale, dalla loro collaborazione nacque una cappella, pochi dormitori, e l'Ordine dei Minimi, fino a 

quando il 31 agosto 1452 l'arcivescovo di Cosenza, monsignor Pirro Caracciolo, concesse l'approvazione diocesana, atto che comportava la facoltà di istituire un oratorio, un monastero ed una chiesa. Accadde qualcosa di insolito, gente di ogni rango improvvisandosi operaia diede una mano nelle nuove costruzioni dell'ordine, fu tanto lo scalpore che sotto il pontificato di Papa Paolo II, fu concessa indulgenza a coloro che avrebbero contribuito alla costruzione della chiesa del monastero di Paola, nonché a coloro che l'avrebbero visitata. Il 17 maggio 1474, papa Sisto IV riconosceva ufficialmente il nuovo ordine con la 

denominazione: Congregazione eremitica paolana di San Francesco d'Assisi, mentre il riconoscimento della regola di estrema austerità venne con papa Alessandro VI, in concomitanza con il mutamento del nome in quello, ancora attuale, di Ordine dei Minimi.

A Marsala viene seguita la pratica de “I Tredici Venerdì” voluta da S. Francesco, che l’aveva pensata in onore del Signore e dei dodici Apostoli. Così essa era concepita, secondo la tradizione tramandata nell’Ordine: ‘Per tredici venerdì consecutivi confesserete le vostre colpe e riceverete il santissimo Sacramento nella Messa che farete dire o ascolterete, per la grazia di cui avete bisogno. Durante la Messa reciterete tredici Pater e tredici Ave Maria in onore e riverenza di Gesù Cristo Crocifisso e dei dodici Apostoli.

In ordine sono:1. L'umiltà di San Francesco2. La penitenza di San Francesco3. L'amore di San Francesco verso Dio4. L'amore di San Francesco verso il prossimo5. L'amore di San Francesco verso Gesù6. L'amore di San Francesco verso la Madonna7. L'ubbidienza di San Francesco8. La castità di San Francesco9. La povertà di San Francesco10. La mansuetudine di San Francesco11.

San Francesco e la Pace12. San Francesco e la famiglia13. La perseveranza di San Francesco.

Ritornando ad occuparci del contesto marsalese, della contrada suddetta, un ambiente che Vi abbiamo spesso descritto, in un periodo come facilmente si può immaginare in cui la fede e la religione avevano forse un peso diverso, misurate come erano sulla bilancia che non usava come contrappeso la ricerca della verità assoluta e scientifica in ogni livello della popolazione, quanto quella della serenità familiare, minacciata costantemente da periodi di magra, malattie e soprusi.

Il mistero oltre che legato al mondo divino è legato al ritrovamento della statua che è al centro del culto. Si narra che venne scoperta solo per caso da un pastore che usava la grotta come rifugio, ma una notte il suo sonno venne interrotto da ignoti che lo cacciarono via, il pastore quando tornò insieme ad altre persone trovò in quella stessa grotta il simulacro. La grotta ricorda quella dove ha iniziato la vita da eremita il Santo, quella marsalese facente parte di una proprietà del facoltoso Nicolò Marino dal 1866 (o 19 gennaio 1823 quando morì il padre) venne donata alla parrocchia nel 1975.

Da quel tempo varie sono state le donazioni che, crescendo insieme alla fede e alla devozione, hanno ampliato l'area del Santuario, la grotta scavata nel tufo era circa 20 metri quadrati. Fu solo nel 1866 che si costruì la chiesa accanto voluta e finanziata dal facoltoso Agostino Moltalto in quanto “voto” al Santo, 33 anni dopo la grotta fu arricchita esternamente da una cupola e da un pronao sorretto da due colonne. Nell'aprile del 1953 grazie al parroco di allora, Andrea Spanò, furono affiancati alla grotta originale, un corridoio e un'altra grotta che funge adesso da cappella del Santissimo Sacramento, nel 1988 divenne Santuario Diocesano visti i numerosissimi pellegrinaggi.

La statua originale trovata dal pastore venne distrutta da un incendio, e nel 1929 venne sostituita da quella rivestita di stucco che tutt'ora si trova nella grotta, il cui autore fu Antonino Coppola.

La statua che si trova invece davanti l'ingresso della perriera è del 1988, opera dell'artista Pino Mazarese, di recente autore del bronzo raffigurante Papa Giovanni Paolo II che campeggerà nello spazio innanzi la chiesa di San Vito nel Lungomare di Mazara del Vallo.

Nel sito di Santo Padre delle Perriere è presente un museo, nato per volontà di Padre Vincenzo Greco, che testimonia la vita della cava e di chi ha speso la propria vita in quei luoghi, alla cui passione si è aggiunta quella del tanto amato Padre Nazareno Gulino che volle un presepe scavato nel tufo onnipresente; altra caratteristica particolare la si trova nell'impianto della torre campanaria, eretta nel 1975, arredata da 15 campane intonate e armonizzate.

Padre Gulino si è spento nel 2002 dopo anni dedicati alla comunità che non ha mai lesinato parole di affetto nei suoi confronti. Si ricordano i frequenti pellegrinaggi dall'interland marsalese, lunghissimi viaggi a piedi di gente che andava a chiedere qualcosa al Santo o che tornava per una grazia ricevuta, portando magari in dono gli ex voto di cera attinenti al tema della richiesta, e si vedevano numerose cere a forma di cuore o di arti, oggetti appartenenti al soggetto che aveva ricevuto il miracolo, specie bambini. Ad oggi si possono seguire anche le dirette streaming delle funzioni al seguente link: http://livestre.am/6gQO 

Quella perriera a dispetto delle numerose cave di cui Vi abbiamo parlato di recente (vedi le molte discariche abusive fra Marsala, Mazara e Castelvetrano, al centro di inquietanti intrecci fra malaffare e criminalità organizzata) era e resta in odor di santità. Ancora oggi i segni che si notano sono espressione della fatica dell'uomo, consacrata e offerta a quel Dio che oggi abbiamo coinvolto nella nostra umana crisi, che ha inglobato valori, emozioni, sensazioni e fede, come se la concretezza possa risolvere un periodo buio molto più grande di noi. Nemmeno la fede forse può, ma potrebbe grattar via ansie e preoccupazioni, fungendo poi da balsamo per nutrire di serenità i nostri animi.

Rosa Maria Alfieri

20/03/2016

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