Trapani, Sabato 28 Febbraio Presentazione del n. 107 della rivista “Sicilia Archeologica”

Redazione Prima Pagina Marsala
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27 Febbraio 2015 10:40
Trapani, Sabato 28 Febbraio Presentazione del n. 107 della rivista “Sicilia Archeologica”

Sabato 28 Febbraio 2015 - ore 10.30TrapaniMuseo Regionale PepoliPresentazione del n. 107 della rivista SICILIA ARCHEOLOGICARassegna di notizie, documentazioni e studi archeologiciSebastiano Tusa ne conversa con:Luigi Biondo, Salvatore Costanza, Ferdinando Maurici, Francesco Torre, Vito MariaMancuso, Vito Zarzana, Giovanni Ingoglia.Sabato 28 Febbraio alle 10.30 presso la sala conferenze del Museo Regionale “Agostino Pepoli” a Trapanisarà presentato l'ultimo numero della rivista “Sicilia Archeologica - rassegna di notizie, documentazioni estudi archeologici” diretta e curata da Sebastiano Tusa e distribuita in tutto il mondo dalla prestigiosa casaeditrice L'Erma di Bretschneider.

La rivista, che vanta un comitato scientifico di altissimo profilointernazionale, è realizzata a cura del PAM Prima Archeologia Mediterranea.“Sicilia Archeologica”, fondata da Vincenzo Tusa nel 1968, oggi è la rivista di studi archeologici e storiaantica della Sicilia fra le più accreditate nel mondo scientifico e che ha mantenuto senza interruzioni la suapubblicazione.SICILIA ARCHEOLOGICARassegna di notizie, documentazioni e studi archeologici - n.

107Comitato di RedazioneSebastiano TusaDirettore responsabileVitalba LiottiRedazioneValeria Patrizia Li VigniRedazione didatticaRenato AlongiProgetto editorialee graficoPeriodico: Autorizzazione Tribunale di Trapani N. 100 del 23/3/1968I contributi scientifici del n. 107EditorialeSebastiano TusaL’Odissea immaginata.

La teoria delle origini trapanesi dell’Odissea 13di Samuel ButlerVitalba LiottiSALAPARUTALe ricognizioniSalvatore Fontana“Seggia di lu turcu” - Sedia del turco: alcuni materiali di ricognizioneDonatella MetalliAntiche testimonianze e nuovi dati epigrafici da SalaparutaFrancesca OliveriLo scavo delle fosse per il grano di Contrada PergolePietro Lo BuglioLa ricerca archeologica nella Contrada CubaElisabeth LesnesI materiali della fattoria di Contrada Cuba: studi preliminariFrancesca OliveriLe monete della fattoria di Contrada CubaGiuseppina MamminaLa scansione laser a triangolazione sulle ceramiche di Contrada CubaGiorgia LanzaroneLa ricerca archeologica nella Contrada San GiuseppeElisabeth LesnesDalla Torre della Donna al castello dei VillafrancaGiuseppe VerdeDall'introduzione di Sebastiano Tusa al n.

107 di SICILIA ARCHEOLOGICANel solco di una tradizione consolidata ci apprestiamo a editare l’ennesimonumero della rivista assolvendo ad un compito d’informazione scientificache ci è consono soprattutto divulgando quelle notizie di ricerche effettuatein luoghi spesso al di fuori dei principali circuiti turistico-culturalidella Sicilia. È la volta di Salaparuta, piccolo territorio della media valledel Belice, poco noto alle cronache archeologiche quanto più a quelle legateai tragici giorni del terremoto del Belice.

È per queste ragioni cheabbiamo dato particolare rilevanza a questi resoconti di ricerche effettuatenell’ambito dell’attività istituzionale della Soprintendenza per i BBCCAAdi Trapani proprio per dare un segnale di attenzione a realtà poco note.Tale scelta vuole essere anche una presa di posizione precisa nell’ambitodi un più ampio dibattito culturale che anima anche la politica sulla dislocazionedelle opere d’arte e dei musei locali.

Com’è noto sia il mondopolitico che quello culturale si dividono poiché taluni sono a favore dellacreazione di poli museali e della presenza di notevoli opere d’arte in luoghiperiferici rispetto ai principali circuiti turistici e culturali, altri sono,al contrario, propensi a concentrare musei, beni ed oggetti nei principalimusei asserendo che la perifericità costituisce un peso economico per lacollettività con scarsi risultati sulla visibilità del patrimonio.Personalmente ritengo utile, in linea con i principi sanciti dall’UNESCOe dalle varie Carte del Restauro e documenti d’indirizzo del settore al livellonazionale ed internazionale, che le opere provenienti da luoghi certidebbono risiedere il più possibile vicino ai contesti di rinvenimento.

Ciònon solo per ottemperare alle norme, quanto perché la loro lettura, comprensionee godimento, risultano certamente più agevoli e fruttuosi conoscendonee gustandone l’ambiente originale ed il territorio di pertinenzapiuttosto che osservandoli in un grande museo cittadino. Ma vi è anchequalcosa di probabilmente più importante che si basa sulla costatazioneche l’Italia si differenzia dagli altri paesi ricchi di beni culturali non tanto,come viene sbandierato, per la quantità (peraltro difficilmente quantificabile),quanto per la qualità e, soprattutto, per la loro diffusa e capillarepresenza nel territorio.

Ogni campanile, ogni valle ed anche il più sperdutocomune del Bel Paese possiede qualcosa di peculiare che, opportunamentedivulgato, diventa curiosità culturale e, quindi anche, turistica. Accentraretutto nei grandi musei cittadini, oltre a rispondere ad una vecchia logicaaristocratica e selettiva, costituirebbe anche un danno irreversibile per ilterritorio privandolo della sua cultura, della sua storia e, soprattutto, diuna funzione che i cittadini richiedono e devono avere.

Il museo non deveessere solamente visto con l’ottica dell’introito turistico, bensì anche comefunzione cittadina indispensabile per la cura della mente e dello spirito dei cittadini. Intorno al museo spessosi genera l’aggregazione dei cittadini che, in tal modo, diventano i principali curatori del patrimonio culturaleaccentuando il senso identitario della comunità. Il museo è, quindi, unafunzione indispensabile per i cittadini non come luogo di polverosi cimeli,bensì come raccolta della memoria collettiva di un territorio e, come tale,in quel territorio deve stare.Certamente facile è l’obiezione che tutto ciò costa per la collettività e,spesso, diventa proibitivo per le casse pubbliche.

Ma è qui che bisogna attivarequei canali virtuosi di collaborazione pubblico-privato per alleggerireil peso economico sulla pubblica amministrazione. Imprenditori turistici,associazioni di volontariato e comuni sono ben lieti di partecipare alla gestionedelle strutture culturali di territori decentrati.A corollario della lunga serie di saggi su Salaparuta abbiamo voluto corredareil numero con un tocco di mito e storia pubblicando un saggio suun argomento di vastissimo interesse e tanta passione: l’Odissea.

Com’ènoto anche la Sicilia fu identificata come luogo del mito e della leggendaomerica da Samuel Butler, insigne traduttore e divulgatore dei relativipoemi. Anzi il Butler avanzò la suggestiva e simpatica ipotesi che l’autoredell’Odissea non fosse stato Omero, bensì una donna siciliana! Con lamente dobbiamo necessariamente avere un cauto scetticismo, ma con ilcuore vorremo crederci per l’affetto verso la nostra isola e per la simpatiae riconoscenza nei confronti del genere femminile.

Il saggio di Vitalba Liottisoddisferà certamente la nostra curiosità per saperne di più.SEBASTIANO TUSA

Comunicato stampa Trapani 27/02/2015{fshare}

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